Funzionaria Procura si difende: colloqui sono stati fraintesi

Interrogata a Napoli Alessandra Limata, 56 anni, di Torrecuso, sospesa da esercizio funzioni

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Benevento.  

E' rimasta per un'ora dinanzi al gip del Tribunale di Napoli Maria Laura Ciollaro. Un lasso di tempo nel corso del quale Alessandra Limata, 56 anni, di Torrecuso, funzionaria della Procura di Benevento, da sabato scorso sospesa per un anno dall'esercizio delle funzioni, ritiene di aver chiarito la sua posizione. Ha risposto alle domande ed offerto la sua versione.

Difesa dall'avvocato Sergio Rando,  lo ha fatto per respingere ogni addebito: ha contestualizzato i fatti contestati e li ha definiti, dando agli stessi una chiave di lettura opposta a quella degli inquirenti. Che, come è noto, l'accusano di accesso abusivo ad un sistema telematico od informativo – da qui la competenza della Procura partenopea, che aveva proposto gli arresti domiciliari - e rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, con le aggravanti di aver commesso il fatto con abuso dei poteri e in violazione dei doveri inerenti la funzione svolta da parte di un pubblico ufficiale, con abuso della qualità di operatore di sistema, nonché per aver commesso il fatto su un sistema informatico pubblico e di interesse pubblico.

Utilizzando le “proprie credenziali d’accesso al sistema informatico, protetto da misure di sicurezza, per scopi personali e comunque estranei all’Ufficio ed alle mansioni svolte”, avrebbe avuto accesso “abusivamente e ripetutamente al sistema informatico, effettuando numerose interrogazioni relativamente a procedimenti penali in corso, comunicando successivamente le notizie acquisite ad altra persona”.

Ipotesi di reato nate dopo una conversazione, alla fine del 2019, con una persona che non immaginava di essere intercettata dai carabinieri, che, a quanto sembra, l'avevano da poco escussa in uno stralcio dell'indagine sulla morte dell'operaio avvenuta a Torrecuso nel settembre di un anno fa. La funzionaria ha precisato i termini di quel colloquio, attribuendo allo stesso una valenza del tutto diversa da quella prospettata, ed ha ribadito che gli accessi al sistema erano avvenuti tutti per ragioni di ufficio.

Al termine, il difensore, che lunedì depositerà l'appello contro l'ordinanza, ha chiesto la revoca o l'attenuazione della misura a carico della sua assistita.