Omicidio Nizza, spunta un secondo collaboratore di giustizia

Il primo collaboratore: mi ha detto delle cose che avrebbe saputo dall'imputato, Nicola Fallarino

omicidio nizza spunta un secondo collaboratore di giustizia
Benevento.  

Ha risposto soltanto alle domande del procuratore aggiunto Giovanni Conzo, il 30 ottobre sarà invece la volta di quelle dei difensori, che nel frattempo potranno vagliare un suo interrogatorio dello scorso 23 settembre. Quando ha tirato in ballo un secondo detenuto, anch'egli collaboratore di giustizia, che gli avrebbe confidato di aver raccolto direttamente dall'imputato il racconto del delitto.

Parola di Agostino Riccardo – è difeso dall'avvocato Maria Di Cesare -, ascoltato questa mattina in videoconferenza nel processo sull'omicidio di Cosimo Nizza, 48 anni, di Benevento, che, costretto sulla sedia a a rotelle, il 27 aprile del 2009 era stato ucciso a colpi di pistola sotto la sua abitazione, al rione Libertà, da due uomini, entrambi col volto coperto da un casco integrale.

Un delitto per il quale è a giudizio Nicola Fallarino (avvocati Vincenzo Sguera e Domenico Dello Iacono), 36 anni, di Benevento, arrestato il 5 marzo del 2019 mentre era già detenuto per droga dal luglio del 2018, dopo essere stato coinvolto in un'inchiesta della Dda costellata da una serie di intercettazioni, alcune delle quali avevano consentito alla Squadra mobile di riavviare l'attività investigativa, fino a quel momento senza sbocchi, sulla tragica fine toccata a Nizza.

Un lavoro supportato, poi, anche dalle affermazioni di Agostino, che aveva sostenuto di aver conosciuto nel 2017 Nicola Fallarino, mentre entrambi erano rinchiusi nel carcere di Viterbo, che gli avrebbe detto, per accreditarsi ai suoi occhi, di aver ucciso Nizza, fornendogli anche, come punto di riferimento rispetto all'abitazione della vittima, l'indicazione di una statua della Madonnina.

La Corte di Assise ha invece acquisito il verbale delle dichiarazioni di Antonio Cifiello, che, assistito dall'avvocato Enza Falco perchè imputato nel procedimento sugli stupefacenti, ha precisato di non ricordare nulla di ciò che aveva detto in precedenza. Alcuni familiari di Nizza, parti offese, sono rappresentati dall'avvocato Antonio Leone.