Morì in classe a 19 anni, condanna confermata per cardiologo

Il dramma di Yuri De Bellis nel 2013. In appello è stato invece assolto un altro medico

mori in classe a 19 anni condanna confermata per cardiologo
Benevento.  

Erano entrambi stati condannati in primo grado, ma in appello uno di loro è stato assolto. Si è chiuso così il proceso a carico di due cardiologi chiamati in causa per la morte di Yuri De Bellis, 19 anni, di Sant'Angelo a Cupolo, lo studente dell'Alberghiero che il 12 gennaio del 2013 era stato stroncato da un malore mentre era in classe.

In particolare, i giudici hanno confermato la condanna ad 1 anno, pena sospesa, che il gup Flavio Cusani aveva stabilito con rito abbreviato il 25 gennaio del 2017 per Giovanni De Longis (avvocati Paolo Piccialli e Alfonso Furgiuele), mentre hanno assolto, per non aver commesso il fatto, Michele Aversano (avvocato Marcello D'Auria), nei confronti del quale sono state revocate le statuizioni civili.

Il dottore Cusani aveva infatti disposto, oltre al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede, una provvisionale di 100mila euro, a testa, in favore del papà e della mamma, e di 50mila euro per ciascuno dei due fratelli, tutti parti civili con l'avvocato Luigi Giuliano.

Il dramma si era consumato pochi minuti prima delle 13, al secondo piano dell'Istituto Le Streghe di via Santa Colomba. Mentre era in corso una lezione di psicologia, il 19enne si era improvvisamente accasciato sotto gli occhi increduli dei compagni della VG e della docente. Era seduto al suo banco in terza fila, l'avevano visto finire sul pavimento, privo di sensi. Loro si erano subito chinati per cercare di aiutarlo, per strapparlo ad un destino assurdo. Ma era stato inutile. Come i disperati tentativi dei rianimatori del 118, che avevano provato a far ripartire quel cuore che non batteva più.

Secondo la ricostruzione dei fatti operata all'epoca, da giorni il giovane accusava dolori al petto e difficoltà respiratorie. Il 7 gennaio il medico di famiglia, pur attribuendoli ad un colpo di freddo, gli aveva consigliato un elettrocardiogramma. L'esame era stato praticato nelle ore successive, lo specialista interessato non aveva evidenziato alcuna patologia. Nonostante l'assunzione di 'Efferalgan', i dolori erano continuati, e per questo Yuri, sempre su indicazione del medico di famiglia, si era sottoposto ad una radiografia del torace dal quale era emersa una anomalia a livello cardiaco da approfondire.

Di qui il ricorso ad un altro cardiologo già consultato per precedenti problemi familiari, che il 10 gennaio, dopo aver individuato l'esistenza di una dilatazione aortica, aveva fissato per la sera dell'11 gennaio un appuntamento al Rummo, per ulteriori accertamenti. Al termine dei quali aveva ordinato il prima possibile una particolare Tac attraverso la quale sarebbe stata definita l'entità della patologia. Yuri era tornato a casa, il giorno dopo era andato a scuola, dove il suo cuore si era fermato per sempre.

Indagini affidate ai carabinieri, su incarico del sostituto procuratore Patrizia Filomena Rosa l'autopsia era stata curata dal medico legale, la dottoressa Monica Fonzo, che aveva ravvisato elementi di responsabilità dei sanitari nella terribile vicenda. In particolare, ad Aversano era stato addebitato di non aver proceduto ai necessari approfondimenti, a De Longis di non aver disposto l'immediato ricovero del giovane e il suo trasporto in una struttura per l'esecuzione dell'angiotac e dell'intervento.

Tre i professionisti coinvolti inizialmente, ma mentre per un radiologo era scattata l'archiviazione, per De Longis e Aversano era arrivata l'imputazione coatta.