"De Girolamo innocente, vittima di un dossieraggio politico"

Processo Asl, l'arringa dell'avvocato Di Terlizzi: va assolta da tutte le accuse

de girolamo innocente vittima di un dossieraggio politico

L'avvocato Caiazza: porre come obiettivo del reato associativo la ricerca del consenso elettorale è un'aberrazione

Benevento.  

L'ha definita “una pagina non certo esaltante della storia giudiziaria nazionale, rispetto alla quale neanche la doverosa assoluzione dell’imputata con la più ampia delle formule previste, perché il fatto non sussiste, potrà essere sufficiente a sanare le ferite inferte”. Nessun dubbio per l'avvocato Domenico Di Terlizzi su una vicenda al centro della “particolare attenzione serbata da organi di stampa e “commentatori della domenica”, mossi per lo più da una forma di invidia sociale rivolta nei confronti di chi ha avuto la sola colpa di “crescere troppo in fretta””. E' l'ex parlamentare Nunzia De Girolamo, uno degli otto imputati nel processo nato dal cosiddetto troncone politico dell'indagine sull'Asl, per la quale il pm Assunta Tillo ha chiesto la condanna a 8 anni e 3 mesi.

Questa mattina non era in aula, al suo posto la collega Maria Colucci, alla quale Di Terlizzi si è ripetutamente rivolto durante la sua arringa. E' andata avanti, tranne una brevissima pausa, per tre ore nelle quali il difensore ha sottolineato “il nocumento subito in primo luogo dal coinvolgimento della De Girolamo con imputazioni al limite dell’assurdità o cui la stessa è completamente estranea, in secondo luogo dall’illecita intrusione nel suo domicilio privato e nella sua sfera personale - con l’abusiva registrazione di dialoghi che non potevano e non dovevano essere resi pubblici - non potrà in alcun modo essere ripagato da una semplice assoluzione, le cui conseguenze ed il cui risalto non saranno mai pari all’aggressione mediatica che l’onorevole De Girolamo ha dovuto subire sin dal 2013, al punto tale da vedersi costretta a dimettersi da Ministro delle Politiche Agricole”.

Una donna – ha proseguito - “vittima di una vera e propria operazione di dossieraggio politico realizzata in primo luogo dal dottore Pisapia, santificato in fase di indagine come fonte di verità ed elevato al rango di “testimone del re” da mettere sotto protezione”.

E' Felice Pisapia, ex direttore amministrativo (per lui è stata proposta la pena di 3 anni e 4 mesi), “le cui registrazioni, guarda caso, sono cominciate il 21.06.2012 come forma di vendetta per la denuncia presentata nei suoi confronti dal dottore Rossi – (Michele, ex direttore generale: per lui chiesta la condanna a 6 anni ndr) per i mandati di pagamento. Un soggetto che prima non ha avuto scrupolo alcuno nel registrare abusivamente una donna che aveva difficoltà ad uscire dalla propria abitazione a causa di problemi di salute patiti dopo il parto, che poi ha cercato di dirigere i dialoghi e le conversazioni muovendosi nell’ambito degli stessi come un novello “agente provocatore”, che dopo ha offerto a terzi le registrazioni effettuate (tra cui l’onorevole Del Basso De Caro)”.

Registrazioni che Di Terlizzi, nonostante le ripetute pronunce in senso contrario, ha continuato a bollare come “inutilizzabili perchè il fine del Pisapia non era, né poteva essere, quello della difesa giudiziale ma, piuttosto, quello di precostituire la base per una vera e propria accusa mediatica ai danni della De Girolamo”.

E ancora: “L’unica colpa addebitabile a “Nunzia” è non aver ceduto alle pressioni del Pisapia, il quale ha visto in questo processo la migliore occasione possibile per vendicarsi tanto nei confronti di chi lo aveva smascherato quanto di chi non lo aveva protetto". Il legale ha bollato come insussistenti agli addebiti a carico della sua assistita: associazione, concussione (De Masi e Fatebenefratelli), tentata concussione (Fatebenefratelli), abuso d'ufficio (Psaut San Bartolomeo), tentato abuso d'ufficio (sospensione compensazioni ai medici).

La tesi accusatoria è quella “di un direttorio che si sarebbe riunito ogni venerdì per programmare le scelte amministrative dell’Asl (sia lecite che illecite). La causale di tutti questi incontri è solo ed esclusivamente appianare le divergenze tra Rossi e Pisapia che stavano bloccando l’operatività della Asl”.

Non si tratta quindi- ha concluso - “di una sovrastruttura di natura illecita, bensì di un atto di generosità e supporto al suo territorio dell’onorevole De Girolamo, che si sobbarca pochi incontri nonostante sia madre da pochi giorni”. Con un unico obiettivo: "Dare risposte al territorio (concetto più volte richiamato) in ordine ad impellenze e necessità evidenziate anche da tantissimi sindaci (di ogni estrazione politica) bloccate dalle incomprensione e dai litigi tra i due".

All'infondatezza della prospettata associazione ha dedicato il suo intervento l'avvocato Giandomenico Caiazza, presidente dell'Unione delle Camere penali italiane, anch'egli difensore di De Girolamo. “Porre come obiettivo del reato dì associazione l’acquisizione del consenso elettorale è un’aberrazione. La ricerca del consenso elettorale è legittima ed è un diritto. La contestazione del 416 sembra quasi il presupposto per dare la prova dei reati fine che manca”, ha tuonato Caiazza, che ha invitato il Tribunale a non trascurare “che per tale reato la procura aveva chiesto l’archiviazione” (era stato il gip Flavio Cusani a stabilire l'imputazione coatta ndr).

Un'associazione – hanno puntato il dito i legali – priva “dell’affectio societatis tra i sodali richiesto dalla norma, non fosse altro che per gli aspri conflitti tra loro esistenti”, della quale avrebbero fatto parte persone che “hanno vicendevolmente monitorato l’altrui attività professionale o con verbali e ispezioni interne o tramite continue richieste di informazioni a terzi soggetti, e che non perdevano occasione per diffamare l’altro durante ogni incontro tenutosi tra colleghi all’interno della stessa Asl”.

In apertura dell'udienza, la discussione dell'avvocato Natale Polimeni, per la Sanit, parte civile, l'impresa che da sempre lamenta di essere stata danneggiata in favore della Modisan.

Prossimi appuntamenti in aula il 29 ottobre ed il 12 novembre: spazio agli avvocati Vincenzo Regardi, Roberto Prozzo, Salvatore Verrillo, Claudio Botti, Paolo Abbate, Emilio Perugini, Vincenzo Sguera, Gaetano Coccoli, Mario Verrusio e Luigi Supino, che assistono, oltre a quelli già ricordati, gli altri imputati – tra parentesi le richieste del Pm-: Luigi Barone (6 anni e 9 mesi), Giacomo Papa (6 anni) Gelsomino Ventucci (2 anni e 3 mesi), ex direttore sanitario, Arnaldo Falato (2 anni e 8 mesi), ex responsabile budgeting, e il sindaco di Airola Michele Napoletano (assoluzione, perchè il fatto non sussiste).