Sequestro laboratorio a S. Giorgio del Sannio, Riesame decide

Respinto il ricorso presentato dal legale di uno dei due indagati

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Benevento.  

Discusso questa mattina dinanzi al Riesame di Benevento il ricorso curato dall'avvocato Carmine Lombardi per conto di Giuseppe Bosco, 77 anni, di Benevento, direttore responsabile del laboratorio di analisi chimiche- microbiologiche sequestrato a San Giorgio del Sannio, a metà dicembre, dai carabinieri del Noe di Salerno.

Chiesto l'annullamento del provvedimento – il Tribunale si pronuncerà nelle prossime ore - adottato dal Gip, su richiesta della Procura, in una inchiesta nella quale è stato chiamato in causa anche Massimiliano Martino (avvocato Paola Porcelli), 53 anni, della città, legale rappresentante della 'Chemia srl', indicato anche come gerente della struttura di via De Gasperi che si occupa prevalentemente delle analisi di acque potabili, acque di scarico, prodotti alimentari, terreni agrari e rifiuti.

Per i due indagati le ipotesi di smaltimento illecito di rifiuti speciali e di scarico nella fognatura comunale di acque reflue industriali, ravvisate dopo un sopralluogo condotto dai militari nel luglio dello scorso anno.

Secondo gli inquirenti, “nel laboratorio, benché dotato di numerose attrezzature destinate alle analisi chimico-fisiche e microbiologiche, non erano presenti i rifiuti generati dall’attività”. Inoltre, gli indagati “non erano in possesso dei formulari attestanti la gestione e lo smaltimento dei rifiuti speciali prodotti negli ultimi 5 anni. Costoro infatti, in sede di ispezione, avevano attestato di aver conferito i propri rifiuti presso due impianti situati ad Airola ed Ariano Irpino, che a seguito degli opportuni approfondimenti sono poi risultati ignari”.

Dalle ispezioni condotte dai carabinieri, inoltre, sarebbe emerso che “gli scarichi prodotti erano illecitamente convogliati alla rete idrica condominiale e quindi alla rete fognaria comunale, senza alcun sistema di trattamento e depurazione preventiva”.

AGGIORAMENTO

Respinto dal Riesame il ricorso con il sequestro del laboratorio, che resta dunque confermato