Servizio mensa scuole, anziani e disabili: in due a giudizio

"Frode nelle pubbliche forniture": processo per Favino e Porcelli, della Ristorò

servizio mensa scuole anziani e disabili in due a giudizio

Archiviate le posizioni di altre due persone e l'accusa di truffa

Benevento.  

 

La difesa, rappresentata dall'avvocato Marcello D'Auria, aveva eccepito la notifica ai suoi assistiti di un capo di imputazione incompleto e senza la data dell'udienza, ma il gup Loredana Camerlengo ha tirato dritto ed ha spedito a processo, per frode nelle pubbliche forniture, Mariarosaria Favino, amministratore unico della Ristorò srl, e Rossana Porcelli, amministratore di fatto della stessa società, che nel 2015 gestiva il servizio di mensa scolastica in città e la somministrazione dei pasti agli anziani e ai disabili delle strutture assistenziali Asl di Morcone, Puglianello, Bucciano, San Bartolomeo in Galdo e Molinara.

Il processo partirà il 4 novembre dinanzi al giudice Perrotta.

Nel mirino del sostituto procuratore Maria Colucci, che ha ereditato il fascicolo aperto dalla collega Miriam Lapalorcia, e della guardia di finanza sono finite le seguente condotte, riassunte nell'accusa formulata: “l'utilizzazione di prodotti surgelati (verdure, cosce di pollo e nuggets di pollo)”; la “somministrazione di quantità inferiore per grammatura del cibo giornaliero”, la “preparazione della carne e degli affettati uno o due giorni prima della distribuzione”; il “mancato utilizzo dell’abbattitore di temperatura per le carni, il cui utilizzo garantisce l’abbattimento delle crescita batterica delle carni e per la loro perfetta conservazione”; la “distribuzione dei pasti alle scuole non rispettando il termine di venti minuti dal confezionamento, con ciò comportando un’ alterazione microbiologica e nutrizionale dell’alimento”; il “mancato rispetto delle norme in materia di igiene e sanificazione ovvero nell’utilizzo di una quantità insufficiente e non idonea di detersivo per il lavaggio delle stoviglie utilizzate per la preparazione dei pasti”;  il “riciclaggio degli alimenti non consumati dai bambini delle scuole per farli mangiare ai disabili e agli anziani”. A completare il quadro, infine, la “raccolta dei cibo avanzato nelle scuole e il suo riutilizzo per preparare i pasti liquidi dei pazienti anziani e delle strutture psichiatriche”.

Si tratta dell'inchiesta rimbalzata all'attenzione dell'opinione pubblica dal dicembre del 2014, anche per la celeberrima “pasta e ceci” che aveva 'eccitato' taccuini e porta-microfono bisognosi di accompagnamento. Un'indagine costellata dalla denuncia di una sindacalista e dalla campagna di Altrabenevento, che, come le altre, ha attraversato tutte le fasi procedurali, fino al momento in cui la Procura, nel luglio del 2020 – a distanza di cinque anni dai fatti contestati, che vanno fino al marzo del 2015- ha esercitato l'azione penale, proponendo, ed ora ottenendo, il rinvio a giudizio di Favino e Porcelli, per l'unica accusa rimasta: frode nelle pubbliche forniture. Inizialmente erano state infatti prospettate, oltre a quella di truffa, le ipotesi di commercio di sostanze alimentari contraffatte e nocive per la salute, delle quali non era poi rimasta traccia.

La novità era emersa nel novembre del 2016 con il sequestro dei beni, poi annullato, di Favino e Porcelli. Era stato ordinato per truffa e frode: un addebito quest'ultimo che aveva preso il posto di quello di commercio di sostanze alimentari contraffatte e nocive per la salute. All'epoca erano stati chiamati in causa anche, come soci della Ristorò, Gianluigi e Audiutrice Barretta, la cui posizione è stata successivamente archiviata rispetto a tutte le accuse. Stessa sorte, per quella di truffa, anche per Favino e Porcelli.

Questa mattina l'udienza, nel corso della quale si sono costituiti parti civili il Comune di Benevento, con l'avvocato Vincenzo Catalano, e l'associazione 'La rete sociale onlus' con l'avvocato Mariateresa Vallefuoco.