Inchiesta Panella, sequestro beni alcune società: 4 indagati

Nel luglio del 2020 il blitz di Procura, Squadra mobile e guardia di finanza

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Benevento.  

L'inchiesta, ampiamente nota, è quella che alla fine di luglio dello scorso anno era sfociata nella custodia cautelare in carcere a carico di Nicola Panella (avvocati Angelo Leone e Pierluigi Pugliese), 57 anni, di Montesarchio, che, dopo quattro mesi a Secondigliano, aveva ottenuto gli arresti domiciliari e poi, da metà gennaio, la rimissione in libertà: una decisione, quest'ultima, impugnata dalla Procura dinanzi al Riesame, con un appello discusso nei giorni scorsi, sui quali dovrà pronunciarsi il Tribunale.

Un'indagine firmata dal sostituto procuratore Assunta Tillo e affidata alla Squadra mobile e al Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza - nel mirino una serie di operazioni attraverso le quali, per evitare il rischio di misure patrimoniali nei suoi confronti, Panella si sarebbe spogliato di beni immobili e quote societarie- che ora fa registrare una ulteriore novità. E' il sequestro preventivo, disposto dal gip Loredana Camerlengo, di beni e disponibilità finanziarie nei confronti di quattro società - con sedi legali ed unità operative a Roma, Prato e Benevento - operanti nei settori della consulenza tecnologico informatica, del noleggio autovetture e della fabbricazione di mobili, per un valore di oltre 700.000 euro.

Quattro le persone indagate: oltre a Panella, Michele Luciano, 66 anni, di Bonea, residente a Prato, Gerardo Sgambato, 27 anni, di San Marco dei Cavoti, e Giovanna Vinciguerra, 30 anni, di Pesco Sannita, difesi dagli avvocati Luca Guerra, Stefano Travaglione, Luca Russo e Valeria Verrusio.

Il provvedimento è stato adottato, evidentemente alla luce di ulteriori elementi acquisiti dall'attività investigativa, per una serie di reati tributari prospettati dagli inquirenti a carico degli indagati – si legge in una nota del procuratore Aldo Policastro - “attraverso l’amministrazione di fatto di quattro società intestate formalmente a soggetti terzi ad essi direttamente riconducibili”. Quello tributario è un capitolo già al centro del sequestro operato all'epoca - immobili e sette società per un importo complessivo di 2 milioni e 340mila euro- , che il Riesame aveva però annullato, confermando invece quello scattato in relazione agli altri addebiti.

Associazione per delinquere, intestazione fittizia dei beni, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e l'indebita compensazione, queste le ipotesi di reato, a vario titolo, in una indagine nella quale sono state chiamate in causa, complessivamente, diciassette persone.