Zona rossa, nessuno di noi è suddito di De Luca o di altri

L'intervento dell'avvocato Gino De Pietro

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Benevento.  

 

Benevento in zona rossa, la riflessione dell'avvocato Gino De Pietro.

"Secondo i dati diffusi dalla Fondazione Gimbe – generalmente considerati estremamente affidabili ed usati anche in alcune trasmissioni televisive – Benevento, nel periodo temporale che va dal 16 febbraio al 2 marzo – che è quello preso in considerazione per mettere la Campania in zona rossa – ha un’incidenza pari a circa 170 casi per 100.000 abitanti (di 80 unità inferiore alla soglia che consente, secondo il DPCM Draghi, la chiusura delle scuole) con un tasso di crescita intorno al 3%.

Nello stesso periodo Salerno, patria del presidente regionale De Luca, ha accusato un’incidenza pari a 500 casi per 100.000 abitanti (il doppio della soglia fissata dal DPCM) e un tasso di incremento superiore all’8%.

Tali dati non si discostano di molto da quelli delle due settimane precedenti, che vedono una netta differenza tra Benevento e le due province di Napoli e Salerno e, più in generale, tra queste due province e le zone interne.

Anche il prof. Richeldi, autorità nazionale in materia, intervenuto a Rete 4, ha sottolineato specificamente la particolarità di Benevento e la sua specificità rispetto ai dati presi in considerazione per porre la Campania in zona rossa.

In conclusione, secondo i dati oggettivi, al di là delle chiacchiere e delle varie elucubrazioni più meno gradevoli di soggetti adusi a zittire chi la pensa diversamente e a minacciare i cittadini che meriterebbero di essere amministrati e non vessati, Benevento non doveva e non dovrebbe essere collocata in zona rossa e nemmeno in zona arancione. I suoi dati sono da zona gialla e, a causa di decisioni ingiuste, illegittime e frutto di grave insensibilità politica e sociale subisce gli effetti di situazioni altrui. Ciò è aberrante, nel senso etimologico di tale termine, che indica quando qualcuno viene attinto per errore da colpi destinati ad altri ed in questo caso il provvedimento è un vero e proprio colpo alla società, all’economia e alla scuola beneventana.

È grave che ciò accada nel silenzio dei più come se tale decisione non ledesse i diritti e gli interessi legittimi dei cittadini di questa sfortunata provincia. Salvo commendevoli eccezioni, infatti, cosa hanno fatto i presunti rappresentanti politici del territorio: il sindaco del capoluogo, gli altri sindaci, i deputati, i senatori, i consiglieri regionali, provinciali e comunali?

Quanto costerà questa ulteriore – ingiustificata – chiusura ai nostri ragazzi privati della scuola e delle attività sportive, ai nostri imprenditori e lavoratori autonomi, ai nostri giovani occupati nei settori oggetto delle chiusure?

La Lombardia, con numeri peggiori, si è inventata la zona arancione rafforzata per sfuggire alla zona rossa, L’Emilia-Romagna, sulla cartina, sembra avere contratto il morbillo, tante sono le microzone rosse create dalla regione nel suo territorio, in parte sottratto così alla immancabile zona rossa.

Da noi, grazie ai sindaci di Napoli e Salerno e al presidente regionale, tutto il mondo deve seguire la sorte di Napoli e Salerno, perché essi non sentono il dovere di assumere i necessari provvedimenti per tempo e non hanno alcuna vergogna di coinvolgere cittadini di altri territori in provvedimenti che non dovrebbero riguardarli.

Va integralmente rimeditato il sistema di ripartizione delle decisioni e delle responsabilità in materia sanitaria, visto le gravissime ripercussioni che esse hanno su diritti costituzionali di primaria importanza dei cittadini inermi.

Dobbiamo avere la forza e la dignità di gridare che nessuno di noi è suddito né di De Luca, né di Mastella, né di altri inerti e corresponsabili, ma cittadini dello stato italiano, frutto di un lungo processo politico di unificazione chiamato Risorgimento.

È bene non dimenticarlo!".