Con tatuaggi e cicatrici, non ben vestiti e curati

Tentata estorsione, i quattro arrestati si difendono dinanzi al Gip, che li lascia però in carcere

con tatuaggi e cicatrici non ben vestiti e curati
Benevento.  

Sui 30-35 anni, ben vestiti e curati. E senza alcun elemento distintivo che permettesse di riconoscerli. E' così che il titolare dell'impresa avrebbbe descritto il 29 marzo le due persone che si erano presentate da lui per imporgli una tangente da 20mila euro sui lavori che sta eseguendo alla contrada San Vitale.

Una descrizione che non collima in alcun modo con quella degli indagati, ha fatto notare la difesa, rappresentata dall'avvocato Antonio Leone, di Dionisio Francesca, 64 anni, Luigi Francesca, 32 anni, Alberto Anzovino, 24 anni, e Pompeo Anzovino, 28 anni, tutti di Benevento e già noti alle forze dell'ordine, finiti in carcere giovedì per tentata estorsione. Questa mattina l'udienza di convalida- celebrata da remoto non senza difficoltà - dell'arresto operato dai carabinieri, nel corso della quale i quattro hanno fornito la loro versione dei fatti, senza avvalersi della facoltà di non rispondere.

Luigi Francesca ha sostenuto che già conosceva l'imprenditore, al quale si sarebbe rivolto in precedenza per un posto di lavoro, e di essere andato a San Vitale nel pomeriggio del 1 aprile per capire se fosse possibile ottenerlo. Era stato il padre, Dionisio a condurlo lì – ha continuato - e ad andare via dopo aver fatto scendere dalla macchina che guidava sia lui sia i due Anzovino, che avevano accompagnato- ma per caso, hanno precisato - Luigi Francesca. Mentre quest'ultimo interloquiva con colui che pensava fosse un operaio, ma in realtà era un investigatore dell'Arma, domandogli dove fosse il proprietario, loro erano rimasti più indietro. Tutti erano stati bloccati immediatamente, e lo stesso era avvenuto con il 64enne.

Quanto alla loro identificazione come coloro che qualche giorno prima avevano avanzato la pretesa estorsiva, la difesa ha evidenziato che Luigi Francesa ha un vistoso tatuaggio sul collo, e che Pompeo ed Alberto Anzovino presentano sulla testa e sul viso cicatrici e segni che non potevano passare inosservati agli occhi della vittima. Da qui l'opposizione alla convalida dell'arresto e, in subordine, la proposta di una misura meno afflittiva, sulle quali il giudice Di Carlo si pronuncerà nelle prossime ore, valutando le due ricostruzioni.

Come è ampiamente noto, gli indagati erano stati 'stoppati' dai militari, travestiti per l'occasione, che stavano attendendo la consegna, da parte dell'imprenditore, della prima rata di denaro.

AGGIORNAMENTO ORE 15.15

Restano in carcere i quattro indagati: è quanto deciso dalla dottoressa Di Carlo.