Chi ricorda Esther? Aveva 36 anni, uccisa a colpi di pistola

Cinque anni fa a Benevento il delitto della donna di nazionalità nigeriana

chi ricorda esther aveva 36 anni uccisa a colpi di pistola
Benevento.  

Non può esserci una distinzione tra un'esistenza spezzata ed un'altra, non esiste alcun bollino nero da appiccicare ad una vita quando viene stroncata violentemente, anche se chi la conduceva, quella vita, sapeva dei rischi ai quali andava incontro, purtroppo, ogni notte, ogni qualvolta incrociava coloro che la cercavano al riparo da sguardi indiscreti.

Esther, 36 anni, di nazionalità nigeriana, esercitava il mestiere più antico del mondo alle porte di Benevento. Era una di quelle donne che facciamo finta di non vedere, che vorremmo far sparire, ignorando che i vizi degli uomini e la ricerca individuale della trasgressione non sono cancellabili.

Cinque anni fa è stata uccisa: il suo omicidio rientra tra quelli che nella nostra provincia continuano a restare senza una soluzione, nonostante gli sforzi investigativi. E' una storia di cui ci siamo ripetutamente occupati, che, al pari delle altre, non merita di essere seppellita negli archivi di cronaca, diventando solo un mero dato statistico. Ancora di più adesso, a distanza di qualche giorno dall'aggressione di cui sono rimaste vittime nella loro abitazione nel centro storico, fortunatamente senza conseguenze tragiche, due cittadine cinesi.

Riavvolgiamo il nastro dei ricordi fino a quel 14 giugno del 2016, quando il corpo di Esther, che abitava a Castelvolturno e ogni giorno, quasi sempre in treno, raggiungeva il capoluogo sannita, era stato rinvenuto, crivellato da sette colpi di pistola, in un terreno a poca distanza dal Parco archeologico di Cellarulo, in una zona attraversata da un binario, da tempo non funzionante, che una cancellata separa dalla linea ferroviaria.

Era stato un macchinista, transitando quella mattina alla guida di un convoglio, a notare quella figura immobile nell'erba, con il viso parzialmente coperto da un mucchietto di paglia.

All'epoca, il sopralluogo aveva consentito alla Scientifica di repertare, oltre agli indumenti, alle scarpe e alla custodia di un cellulare, sei bossoli ed un proiettile inesploso, tutti calibro 9x21. Esther era stata centrata prevalentemente al lato sinistro e posteriormente, anche al pube. Il suo telefonino- un Akai azzurro con due slot e una sola sim card – era stato invece recuperato dieci metri più in là rispetto al punto in cui giaceva il cadavere, dopo i lavori di pulizia che quattro operai avevano effettuato nella zona. Era stato gettato nell'erba, probabilmente dall'assassino.

Numerose le persone ascoltate nell'immediatezza e nelle settimane successive. Non solo familiari, amici e amiche della vittima, ma anche alcuni clienti. Su uno, in particolare, si erano concentrati i sospetti anche dopo l'analisi delle immagini fissate dalle telecamere installate lungo il tragitto che conduce in quel determinato posto.

L'aveva incontrata in più occasioni, ecco perchè il suo numero era comparso nella rubrica del cellulare di Esther, con la quale aveva stretto un rapporto che andava al di là del lavoro che lei faceva, e al quale non è escluso lui avrebbe voluto che rinunciasse. Ipotesi rimaste tali, che non hanno fato registrare sviluppi. Chi ha ammazzato, e perchè, Esther?