Sorpresi a cena con un latitante, in cinque a processo

Nel luglio 2106 l'arresto di Saverio Sparandeo, 59 anni, nel garage di una casa a contrada Iannassi

sorpresi a cena con un latitante in cinque a processo
Benevento.  

Quando i carabinieri avevano fatto irruzione in quella abitazione alla contrada Iannassi di San Nicola Manfredi , la sera del 30 luglio del 2016, avevano trovato più persone che stavano cenando: tra loro c'era Saverio Sparandeo, ora 59enne, che da quattro mesi si era reso latitante.

I militari gli avevano notificato un provvedimento del Tribunale di Benevento di aggravamento della misura: dai domiciliari in una comunità in provincia di Taranto, nella quale si trovava dopo essere stato coinvolto in una indagine della Dda per estorsione, e in cui non era più rientrato dopo un permesso. al carcere.

Oltre al suo arresto, era scattati quelli di due commensali e la denuncia degli altri, tutti per favoreggiamento. Un'accusa contestata a vario titolo, prospettata per aver ospitato Sparandeo all'interno di un garage di pertinenza della casa, fornendogli cibo e vestiario. Un locale nel quale era stato ricavato un bagno ed erano stati rinvenuti un letto, un frigo con alimenti, una botola, saldata, e un interfono collegato con il piano superiore.

Si tratta di una vicenda al centro di un processo in corso dinanzi al giudice Roberto Nuzzo, che proseguirà il prossimo 13 dicembre, quando è previsto l'esame dei cinque imputati: Pasquale Allegretta (avvocato Angelo Leone), 49 anni, Pasquale Di Pippo (avvocato Fabio Russo), 36 anni, Marialuisa Di Pietro, 40 anni, Cristina Sferruzzi, 30 anni, - entrambe difese dall'avvocato Antonio Leone – e Antonella Viola (avvocato Vincenza D'Agostino), 47 anni, di Benevento.

Come si ricorderà, i carabinieri avevano arrestato Allegretta, proprietario dell'abitazione, e Di Pippo, entrambi finiti ai domiciliari -, poi erano tornati n libertà -. Mentre Di Pippo era rimasto in silenzio dinan zi al gip, Allegretta aveva respinto l'addebito, fornendo la sua versione.

Dopo aver sostenuto di non aver mai visto né conosciuto l'uomo che quella sera gli era stato presentato come “Saverio” e basta, Allegretta aveva ricostruito le ore precedenti. Iniziando dal 26 luglio, quando, rientrato dopo una vacanza di una settimana, aveva incrociato Di Pippo, che gli aveva chiesto, ottenendola, la disponibilità di quel locale perchè lui era stato sfrattato. L'allora 44enne aveva ricordato che nello stesso giorno, complice la pioggia, il box si era allagato; per questo, ma il mercoledì, con l'aiuto di una donna, aveva provveduto alle pulizie. Giovedì, infine, l'arrivo di Di Pippo.

Il racconto era poi scivolato fino a venerdì sera. Allegretta aveva affermato di essere andato a cena in un ristorante della zona e di essersi imbattuto in Di Pippo che, per ringraziarlo della cortesia ricevuta, lo aveva invitato a raggiungerlo nella sua nuova dimora per mangiare qualcosa in compagnia. Lui lo aveva fatto dopo aver consumato un antipasto. Una volta a casa, si era trovato di fronte alcune persone, compreso “tal Saverio” che, aveva ripetuto, non aveva mai visto o conosciuto prima di allora. Tutti a tavola, poi, all'improvviso, l'arrivo dei militari.