'Fratelli di panza', sono con voi. Elezioni, manco fossimo alla stazione

Fa caldo, parole in libertà

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Benevento.  

Fa caldo: se schiuma, direbbero a Roma. Ma noi siamo a Benevento, e il nostro tasso di umidità ci proietta ai primi posti della speciale classifica delle città con il clima asfissiante. Anche una questione meteorologica, ma non solo. Vabbè, è fin troppo evidente che sto menando il torrone prima di chiedere la concessione di una minima attenuante per le parole in libertà che leggerete.

Lo ammetto: sono il primo a dover perdere un po' di chili, ecco perchè provo invidia per quanti trovano la forza, spesso quotidianamente, di indossare scarpe da ginnastica, pantaloncini e magliette e dedicarsi alla camminata più o meno veloce o al footing. Li incrocio praticamente ovunque, mentre sbuffano e sudano copiosamente nella speranza di non dover maledire ancora quella bilancia traditrice e cattiva che non ne vuole sapere di restituire il segnale che il peso sta calando.

Una lotta feroce e senza esclusione di colpi, che però non riguarda tutti. Certo non coloro che corrono portandosi dietro una forma fisica perfetta o quasi che provano a conservare, di sicuro i tantissimi con evidenti estroflessioni addominali che, avvolte da taglie non generose, ballonzolano beffarde. Raccontano pessime abitudini alimentari, una dose di pigrizia e sedentarietà, qualche abbuffata ripetuta nel tempo. E' a loro che va la mia incondizionata solidarietà: 'fratelli di panza', sappiatelo, io sono con voi.

Ad ottobre, dunque, si voterà per il rinnovo del consiglio comunale anche nel capoluogo sannita. La campagna elettorale è partita con larghissimo anticipo, ma negli ultimi giorni ha mostrato, definiamoli così, dei tratti di vivacità. Li hanno disegnati i protagonisti di movimenti in entrata ed in uscita, manco fossimo alla stazione ferroviaria e dovessimo occuparci di scambi ed incroci.

Da una sponda all'altra: c'è chi va e chi viene, chi torna alla casa madre e chi se ne allontana, a caccia di nuove prospettive, e chi si tormenta di fronte alle difficoltà per indicare un candidato che raccolga il consenso degli alleati, sempre che qualcuno di essi non si sfili all'ultimo momento.

Un tourbillon che magari sarà abbastanza chiaro ai cosiddetti addetti ai lavori, ma che può risultare indigesto alla stragrande maggioranza degli elettori, che anche stavolta sarà tormentata da messaggi di ogni tipo, 'agganciata' in tutte le forme immaginabili, destinataria di richieste di supporto a candidature talvolta improbabili.  E' sempre andata così, prepariamoci ad un settembre di 'fuoco', ad ascoltarne e leggerne di ogni. L'alternativa: tapparsi in casa e spegnere i telefoni, ma come si fa? E, poi, vuoi mettere i social?

A proposito di social. Sono diventati parte integrante delle nostre esistenze, ci stiamo convincendo che siano il termometro delle nostre capacità relazionali, ma non c'è nulla di più illusorio. Mica penserete davvero che uno o più like rappresentino qualcosa, e che la condivisione di notizie false o deformate ad uso e consumo di chi le lancia in rete sia lo strumento capace di creare consenso? Mi dite che è proprio così e che sono completamente fuori rotta? D'accordo, ma per quel che mi riguarda, non mi avrete mai.