Sparò a 32enne: "Hai offeso mia sorella, fallo adesso". Lui e lei condannati

Rito abbreviato: 7 anni e 4 mesi a Raffaele Iuliano, 5 anni e 8 mesi ad Antonietta Troisi

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Benevento.  

Sette anni e 4 mesi a Raffaele Iuliano, 32 anni, 5 anni e 8 mesi alla sorella, Antonietta Troisi, 24 anni, assolta dall'accusa di detenzione illegale e porto in luogo pubblico di un'arma, e il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, in favore della parte civile.

E' la sentenza di condanna del gup Pietro Vinetti al termine del rito abbreviato per le due persone di Benevento chiamate in causa dalle indagini sul tentato omicidio di A.M., 32 anni – è assistito dall'avvocato Vincenzo Sguera -, centrato alla coscia destra da una fucilata.

Il pm Giulio Barbato aveva chiesto 7 anni e 6 mesi per Iuliano e 5 anni per Troisi, mentre l'avvocato Antonio Leone aveva insistito per l'assoluzione della donna da ogni addebito e per il minimo della pena, dopo la riqualificazione dell'accusa di tentato omicidio in quella di lesioni gravissime, per Iuliano.

I fatti risalgono al 10 maggio del 2021, quando, secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Maria Gabriella Di Lauro e dei carabinieri, i due, a bordo di una Seat Leon, avevano raggiunto il bar di via D'Azeglio in cui si trovava la vittima. Antonietta sarebbe entrata per prima e si sarebbe avvicinata al 32enne, urlandogli che non avrebbe più dovuto offenderla.

Dietro di lei Raffaele che, brandendo un fucile monocanna da caccia, glielo avrebbe puntato al torace, invitandolo a ripetere l'espressione che avrebbe usato nei confronti della familiare. Il 32enne si era alzato ed aveva cercato di reagire, ingaggiando una colluttazione con Iuliano, poi era stato colpito. Soccorso, era stato trasportato al Rummo e giudicato in prognosi riservata.

L'attività investigativa, supportata dall'analisi delle immagini di una telecamera installata nel locale e dalle dichiarazioni di alcune persone, era sfociata nel fermo di entrambi e nel loro trasferimento in carcere. Dinanzi al Gip avevano dato la loro versione sui fatti, indicando, in particolare, quello che a loro dire sarebbe stato l'antefatto del gesto.

Punto di partenza il legame sentimentale tra la donna e il 32enne: un rapporto andato avanti per un anno, che lei avrebbe poi deciso di interrompere perchè stanca delle presunte vessazioni che avrebbe subito, trasferendosi a Reggio Calabria. Una volta tornata in città, sarebbe stata costretta a fare ancora i conti con le pressanti attenzioni dell'uomo, fatte di gelosia e di presunte minacce di morte.

La 23enne aveva inoltre raccontato che la sera precedente a quella del ferimento, il suo fidanzato sarebbe stato picchiato dal 32enne, che gli avrebbe anche detto che, se avesse incrociato Antonietta, l'avrebbe ammazzata: parole che lei aveva riferito al fratello. Al termine dell'udienza di convalida, la dottoressa Palmieri aveva lasciato lui in carcere e concesso i domiciliari ad Antonietta.