Celle messe a ferro e fuoco per farsi trasferire, agenti picchiati e minacciati

Chiesto il rinvio a giudizio di due detenuti, udienza preliminare a dicembre

celle messe a ferro e fuoco per farsi trasferire agenti picchiati e minacciati
Benevento.  

Quel giorno, sostiene l'accusa, ne avevano combinate di tutti i colori, picchiando gli agenti e sfasciando ogni cosa. Condotte riassunte nelle accuse di interruzione di pubblico servizio, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e incendio aggravati contestate a due detenuti che all'epoca erano ospiti del carcere di Benevento.

Si tratta di un 31enne ed un 27enne di nazionalità irachena e marocchina – sono difesi dagli avvocati Edoardo Giovani Aprea, Enrico Capone e Benedetta Masone -, per i quali il pm Francesco Sansobrino ha chiesto il processo: a decidere sarà il 19 dicembre il gup Gelsomina Palmieri.

I fatti risalgono al 2 settembre del 2020: secondo la ricostruzione che ne hanno fatto gli inquirenti, i due stranieri, che puntavano ad ottenere il trasferimento in un'altra struttura, avrebbero strumentalizzato il no ad una ulteriore telefonata via whatsapp, peraltro nell'orario non prestabilito, per scatenare il finimondo.

Due appartenenti alla polizia penitenziaria sarebbero stati presi a pugni, centrati da sputi e minacciati con il coperchio di una scatoletta metallica mentre li accompagnavano in cella. Una volta all'interno, utilizzando bombolette di gas e olio da cucina, avrebbero dato fuoco alle suppellettili, dopo aver ammassato gli abiti. Poi si sarebbero armati con i piedi di un tavolo, rotto alla bisogna, e le lame ricavate dai rasoi da barba.

A quel punto, per consentire di spegnere le fiamme, i due erano stati trasferiti in un'altra cella, ma il clima era peggiorato: si erano infatti barricati, sbarrando l'entrata della camera con le brande, ed avevano iniziato la devastazione del lavandino, del water e dei rubinetti del bagno, provocando l'allagamento della cella e della sezione della casa circondariale, successivamente invasa dal fumo scatenato dall'incendio dei materassi.

Non è finita: entrambi avrebbero continuato ad opporre resistenza con spranghe di ferro ricavate dai piedi dei letti e pezzi di ceramica. Una situazione che aveva indotto la dirigenza del carcere a far defluire gli altri detenuti verso le aree di passeggio, e che era rientrata nella normalità dopo i necessari interventi e lo spostamento dei due detenuti nelle celle di sicurezza. Una 'battaglia' terminata con il ferimento di cinque agenti che avevano dovuto far ricorso alle cure dei medici.