"Soldi e appalti": Formichella può tornare a Dugenta e basta

Benevento. Il Gip accoglie un'istanza del suo difensore

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Benevento.  

AGGIORNAMENTO 15 SETTEMBRE

Può tornare a Dugenta,  anche per motivi di salute, e restarci, fermo restando il divieto di dimora nel resto del Sannio. Così il Gip, che ha accolto una istanza del'avvocato Ettore Marcarelli - il Pm aveva espresso parere contrario -, per Michele Formichella, 50 anni, imprenditore, una delle tre persone tirate in ballo da una indagine della guardia di finanza su due gare d'appalto a Pago Veiano.

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Una è stata rimessa in libertà, le altre due non sono più agli arresti, ma non potranno dimorare nella provincia di Benevento. Sono le decisioni del Riesame sui ricorsi presentati dalle difese contro l'ordinanza di custodia cautelare con la quale il gip Pietro Vinetti ha spedito ai domiciliari il 27 luglio tre persone coinvolte nell'inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere e della guardia di finanza di Piedimonte Matese poi trasmessa per competenza alla Procura sannita.

Ordinanza annullata e ritorno in libertà per Luigi Rito Pennucci (avvocato Roberto Prozzo), 59 anni, architetto, di Benevento, mentre la sostituzione degli arresti in casa è stata disposta per Michele Formichella (avvocato Ettore Marcarelli), 50 anni, un imprenditore di Dugenta, e il sindaco (sospeso) di Pago Veiano, Mauro De Ieso (avvocati Vincenzo Regardi e Giovanni Pecoraro),54 anni, che non potranno però restare nel Sannio.

La pronuncia del Tribunale è arrivata dopo la discussione di questa mattina: nel mirino dei legali, in base alle vecchia normativa, l'assenza delle condizioni per utilizzare intercettazioni disposte in un procedimento diverso, la mancanza di gravità indiziaria, il contenuto delle stesse intercettazioni che, a detta della difese, sarebbe stato travisato.

Corruzione e turbativa di gare le ipotesi di reato contestate in relazione a due gare: la prima, dell'importo di 3 milioni e mezzo di euro, riguarda i lavori di demolizione e ricostruzione del plesso scolastico di via San Salvatore, l'altra, per un importo di 2 milioni e 180mila euro, l'intervento di miglioramento della provinciale 58.

Come più volte ricordato, l'accusa ritiene che De Ieso avrebbe “accettato la promessa da parte di Formichella, di ricevere denaro prima dell'espletamento della procedura, per una somma non inferiore a 90mila euro, somma così quantificata solo in un momento successivo all'aggiudicazione delle gare, quale compenso per i due appalti”. Lo avrebbe fatto “al fine di esercitaare, direttamente o indirettamente, tramite l'ausilio del proprio tecnico di fiducia, Pennucci, la propria influenza su almeno un membro, allo sttao non identificato, della commisione giudicatrice(per ciascun componente ipotizzata "una somma di 4-5mila euro") , e favorire l'aggiudicazione della gara per la scuola in favore dell'Ati Costruzioni Telesine- Union Consorzio Stabile scarl, riconducibile a Formichella”; e al Raggruppamento temporaneo d'impresa composto dalla società Formichella srl, impresa capogruppo, e da un'altra ditta. Attenzione puntata, poi, sulla promessa al Pennucci dell'aggiudicazione della gara relativa ai lavori della scuola, avvenuta nel 2020”.

I tre indagati si erano avvalsi della facoltà di non rispondere durante gli interrogatori di garanzia, fissati il giorno successivo all'esecuzione della misura.