Condanna confermata per estorsione. "Suicidio del 47enne una conseguenza"

Processo appello: 6 anni a Sonia Matei, 46 anni, rumena, di S. Giorgio del Sannio. Sì a richiesta Pg

condanna confermata per estorsione suicidio del 47enne una conseguenza

Atti a procura di Benevento per nuova accusa alla donna, Ribadita anche la condanna di Francesco Festa, 67 anni, di Benevento, per favoreggiamento prostituzione

Benevento.  

AGGIORNAMENTO 17 OTTOBRE

Ha confermato la sentenza di primo grado e, così come chiesto dal sostituto pg, ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura perchè proceda per morte come conseguenza di altro reato nei confronti di Sonia Matei (avvocato Mario Villani), 46 anni, nazionalità rumena, residente a San Giorgio del Sannio, alla quale il 16 luglio del 2021 erano stati inflitti 6 anni per estorsione e due tentate estorsioni.

La donna era però stata assolta dall'accusa, che il pg aveva riqualificato, di istigazione al suicidio di un 47enne arianese che nell'ottobre del 2017 si era tolto la vita. Questa la decsione della Corte di appello, che ha anche ribdaito la condanna ad 1 anno e 6 mesi, pena sospesa, per Francesco Festa (avvocati Vincenzo Sguera e Luigi Diego Perifano), 67 anni, di Benevento, per favoreggiamento della prostituzione. Per Matei anche il risarcimento dei danni ai familiari della vittima e ad un'altra persona assistiti dall'avvocato Giuseppe Romano, e ad una ulteriore parte civile rappresentata dall'avvocato Nicola Covino.

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Quindici mesi fa la sentenza di condanna della Corte di assise di Benevento, di cui oggi il sostituto procuratore generale, in appello, ha proposto la conferma. Avanzando però alla Corte la richiesta di trasmettere gli atti alla Procura di Benevento perchè proceda per morte come conseguenza di altro reato nei confronti di Sonia Matei (avvocato Mario Villani), 46 anni, nazionalità rumena, residente a San Giorgio del Sannio, alla quale il 16 luglio del 2021 erano stati inflitti 6 anni per estorsione e due tentate estorsioni. La donna era però stata assolta dall'accusa, che il pg ha riqualificato, di istigazione al suicidio di un 47enne arianese che nell'ottobre del 2017 si era tolto la vita.

Un gesto che, secondo gli inquirenti, aveva compiuto perchè terrorizzato dalle minacce che gli avrebbe rivolto lei: avrebbe rivelato i loro incontri alla moglie se il malcapitato, al quale aveva fatto credere di essere rimasta incinta, non le avesse dato una somma di denaro.

Il 13 ed 17 ottobre, dopo le arringhe dei difensori, la pronuncia di secondo grado, che riguarderà anche Francesco Festa (avvocati Vincenzo Sguera e Luigi Diego Perifano), 67 anni, di Benevento, condannato ad 1 anno e 6 mesi, pena sospesa, concesse le attenuanti generiche, per favoreggiamento della prostituzione. Uno dei frequentatori della Matei, destinatario di una richiesta di denaro, avrebbe chiesto il suo intervento, e lui, a detta della Procura, l'avrebbe rassicurato. Con l'obiettivo di allontanarla da lui, avrebbe detto alla Matei che le avrebbe procurato altri clienti.

Come più volte ricordato, i due imputati erano stati colpiti nel 2019 da una ordinanza di custodia cautelare adottata in una indagine del sostituto procuratore Marcella Pizzillo e dei carabinieri: Matei era finita in carcere, Festa ai domiciliari. Al termine degli interrogatori di garanzia, il gip Gelsomina Palmieri aveva disposto gli arresti in casa per l'allora 43enne ed aveva rimesso in libertà Festa, revocando il provvedimento nei suoi confronti.

Comparsa dinanzi al giudice, Matei si era definita una vittima di coloro che ne avrebbero approfittato, presentandosi come single e promettendole soldi dopo aver avuto con lei rapporti sessuali. Sparendo poi nel nulla e senza rispettare l'impegno.

Argomenti ribaditi in aula, quando si era sottoposta all'esame, sostenendo di non aver mai creduto che il 47enne potesse farla finita. Pensavo che fosse soltanto una scusa per non darmi i soldi che mi aveva promesso per la prestazione sessuale, aveva affermato la Matei, che aveva escluso ogni minaccia, spiegando che sia in quel caso, sia in altri il suo unico obiettivo era soltanto quello di recuperare i soldi da coloro che non l'avevano pagata.

Per Matei anche il risarcimento dei danni ai familiari della vittima e ad un'altra persona assistiti dall'avvocato Giuseppe Romano, e ad una ulteriore parte civile rappresentata dall'avvocato Nicola Covino.