Il pm Marilia Capitanio aveva chiesto per entrambi 3 anni ed 8 mesi, il gup Pietro Vinetti ha fissato a 3 anni, 4 mesi e 20 giorni la condanna con rito abbreviato per Domenico, 29 anni, e Giuseppe De Rosa, 32 anni, i fratelli di Sant'Agata dei Goti accusati di tentata estorsione e minaccia.
Difesi dagli avvocati Edoardo Fascione e Danilo Riccio, i De Rosa erano stati destinatari nell'ottobre 2024 di una ordinanza di custodia cautelare in carcere adottata dal gip Roberto Nuzzo in una indagine dei carabineri su una vicenda di cui sarebbe rimasto vittima, nella notte tra il 30 ed il 31 agosto, il titolare di un pub nel centro saticulano, parte civile con l'avvocato Alessandro Della Ratta, a favore del quale è stato disposto il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede.
La vicenda
Secondo gli inquirenti, avrebbero raggiunto il locale intorno all'una ed avrebbero preteso dal malcapitato la somma di 300 euro, minacciandolo di sfasciare tutto. Il commerciante era riuscito ad allontanarsi e a chiedere l'intervento dei militari, ai quali aveva poi denunciato l'accaduto. L'addebito di minaccia era relativo alle frasi che gli avrebbero rivolto aggirandosi nei giorni successivi nei pressi dell'attivita: “Nu mazziaton, na paliata nisciun te la leva”. Questa mattina la discussione, poi, intorno alle 15.30, la condanna. Che per Domenico si aggiunge a quella a 6 anni, sempre con rito abbreviato, subita a febbraio per quanto accaduto il 23 settembre. Quando sarebbe tornato nuovamente alla carica con il proprietario del pub, dal quale avrebbe cercato di farsi consegnare 4000 euro, minacciandolo e picchiandolo.
Un episodio preceduto da quello di cui avrebbe fatto le spese un minore. Mentre stava passeggiando con la fidanzata lungo via Panoramica, sarebbe stato avvicinato dai due De Rosa, che gli avrebbero intimato di dar loro del denaro. Di fronte al rifiuto, il giovane sarebbe stato schiaffeggiato, prima di scappare. Domenico De Rosa era stato arrestato in flagranza di reato ed era finito in carcere. Dove, a distanza di dieci giorni gli era stata notificata l'ordinanza che aveva colpito anche Giuseppe.
