E' una bellissima lettera aperta, intrisa del profondo amore per il papà, quella redatta dall'avvocato Ersilia Facchiano, figlia dell'ex sindaco di Benevento, l'avvocato Lucio Facchiano. Riguarda una intitolazione mancata, quella del Parco Verde.
Pomeriggio d’estate.
L’aria è ferma.
D’un tratto lo squillo del cellulare: lunedì 23 giugno la cerimonia d’inaugurazione del Parco De Mita.
E’ la voce registrata del nostro Sindaco a ricordarlo.
Tanto basta a provocarmi un’automatica sinapsi: 16.05.2019 = la Giunta comunale a Palazzo Mosti deliberava l’intitolazione del Ponte di collegamento tra Via Torre della Catena e Via De Rienzo, all’Avvocato Antonio Tibaldi e del campo di pallacanestro della Colonia Elioterapica al Prof. Martinelli. Ancora: accogliendo la proposta del Sindaco Clemente Mastella, decideva di intitolare il Parco Verde, che sarà inaugurato nell’anno, all’Avv. Lucio Facchiano.
Ricordo la telefonata di allora del Sindaco, giunta di sorpresa al mio cellulare. Ricordo il mio imbarazzo, poi il mio orgoglio di figlia, quell’orgoglio che, a torto, mi fece acconsentire, tradendo anche la volontà di mio padre, che ben conoscevo in proposito.
23.03.2025: “Parco Verde ancora da inaugurare all’Avv. Lucio Facchiano”. Titolava una testata giornalistica.
Una strada non si nega a nessuno ed invece, per fortuna, questa per mio padre è stata un’intitolazione mancata, la nemesi del suo pensiero.
Forse complice l’aria calda d’estate, i pensieri si confondono con i ricordi e si accavallano l’un l’altro.
In fondo mio padre, Lucio Facchiano, ha lasciato un’immensa “eredità d’affetti”! Perciò, anche senza una strada, ce ne faremo tutti una ragione, anzi…un merito.
Il do ut des non gli è mai appartenuto e mai ci apparterrà.
Per i giovani: come politico ha rivestito anche la carica di Sindaco di Benevento, dal settembre 1970 al novembre 1974, riduttivamente definito “il Sindaco della ruspa” perché, si sa, fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce” ma, qui ed ora, scrivo unicamente perché sento il BISOGNO di RICORDARE pubblicamente l ’Uomo ed il PADRE.
L’omaggio pubblico più grande.
L’unico necessario.
Amo la profondità del silenzio ed in quel silenzio ritorno, senza social e frastuono.
Questa è stata un’eccezione.
Sono, infatti, consapevole che quando i pensieri travalicano la sfera interiore per divenire “pubblici”, rischiano facilmente di venire strumentalizzati o fraintesi per colpire il nemico di turno.
Spero, sinceramente, non accada.
E’ solo l’espressione di una figlia e non certo per un qualcosa che si voleva e non si è avuta.
E non si vuole.
Condivide con me, ogni pensiero, mia sorella Daniela.
“Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole”.
Tutto è vanità.
Cordialmente
Ersilia Facchiano
