"Evasione fiscale e fatture false": indagati consulente e amministratori società

Benevento. Dodici persone coinvolte, chiusa l'inchiesta del pm Barbato e della finanza

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Benevento.  

Sono dodici le persone che compaiono nell'avviso di conclusione dell'indagine del pm Giulio Barbato e della guardia di finanza in materia di evasione e fatture false. Si tratta di una inchiesta che a giugno è stata scandita dall'annullamento del sequestro dei beni per sette indagati decisa dal Riesame di Benevento dopo il provvedimento con il quale la Cassazione aveva assegnato al Gip del Tribunale sannita la competenza territoriale.

Coinvolti un consulente fiscale, che avrebbe avuto anche altri ruoli, e amministratori di diritto e di fatto ( e soci accomandatari) di società che operano nei settori parafarmacia, farmacia, attrezzature per la segnaletica stradale, abbigliamento per lavoro, intermediazione immobiliare, prodotti chimici, generi alimentari, prodotti vendibili nei supermercati, bevande.

L'elenco include N. C., di Venticano, D. C., di Montesarchio, G. C., di Giugliano, M. C., di Montesarchio, L. D. A., di Casoria, A. A. D. A, di Montesarchio, A. D. L., di Forchia, N. E., di Napoli, C. I. di Airola, P. P., di Grottaminarda, C. S., di Casoria, e M. V., di Montesarchio, difesi dagli avvocati Antonio Terrazzano, Sergio Rando, Carmen Esposito, Antonio Leone, Giovanni De Blasio, Carmelo Sandomenico, Ettore Marcarelli, Andrea Tranfaglia, Ciro Bianco, Vincenzo Iorio, Raffele Serpe, Vittorio Fucci, Carmine Monaco, Genaro Ausiello.

L'attività investigativa ha messo nel mirino due tronconi, tra loro autonomi, di  presunte operazioni fraudolente. Il primo riguarda l'emissione di fatture per operazioni ritenute inesistenti  da parte di una società del versante parafarmaceutico e la loro utilizzazione, effettuata dalle altre società, per l'inserimento nelle dichiarazioni relative agli anni scorsi di elementi fittizi,  così da evitare il versamento delle imposte,  mentre l'altro filone avrebbe avuto come perno una società che si occupa di prodotti vendibili nei supermercati.

Gli indagati hanno adesso venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati e produrre memorie, poi il Pm procederà alle eventuali richieste di rinvio a giudizio.