Bimbo morto. Perchè la chiamo signora e non col suo nome? Per me non è nessuno

Benevento. Udienza del processo ad una 27enne, accusata di maltrattamenti.

bimbo morto perche la chiamo signora e non col suo nome per me non e nessuno

2) "Obbligo di firma violato dopo Daspo": assolto un 40enne di Benevento

Benevento.  

Perchè la chiamo signora e non con il suo nome? Perchè per me non è nessuno, replica al procuratore Gianfranco Scarfò, che glielo chiede. Affermazioni che suonano come una evidente presa di distanza da Jessica, la 27enne di Benevento accusata di aver maltrattato ripetutamente, almeno sei settimane prima che il suo cuore si fermasse per sempre, Gabriel, il figlioletto di 5 mesi, morto il 28 gennaio 2022 al Santobono di Napoli. Le vengono attribuite una serie di condotte nei confronti della vittima che gli avrebbero procurato lesioni inquadrabili nella cosiddetta sindrome del bambino scosso.

E' la zia del papà del piccolo a non citare Jessica, è in aula per deporre; ricorda di averla "vista due- tre volte. In una occasione è venuta a casa mia e mi ha lasciato per qualche ora il bimbo, non so cosa dovesse fare", precisa. Non è l'unico teste del Pm ascoltato: dinanzi alla Corte di assise (presidente Rotili,a latere Monaco e i giudici popolari) si accomodano, per rispondere alle domande degli avvocati Gerardo Giorgione (per la difesa), Fabio Russo e Vincenzo Sguera (per le parti civili) anche due medici – e altrettanto faranno altre persone, quasi tutti familiari- .

Il primo è un pediatra, da sempre “impegnato nelle “emergenze”, che all'epoca lavorava al San Pio dopo aver trascorso “28 anni al Fatebenefratelli”. Nel gennaio 2022 viene contattato via whatsapp, come libero professionista. “Si presentò come uno zio, mi disse che aveva bisogno di una mia consulenza perchè il bimbo era sonnolente, non mangiava e beveva, e non era molto cosciente. Lo invitati a portarlo immediatamente in ospedale, di chiamare il 118”. L'altro è stato invece convocato come medico di base di Jessica. “Parliamo di un bel po' di anni fa – spiega – è venuta una sola volta in studio, non aveva alcuna situazione patologica e non posso aggiungere altro”, conclude.

Il padre di Gabriel, a differenza dell'ex compagna, è presente nella Falcone- Borsellino, fortunatamente climatizzata, diversamente dalle altre aule. Era detenuto quando si era verificato il dramma. Commenta a bassa voce le cose che sente, poi, avendomi notato mentre prendo appunti, scrolla il cellulare e mi mostra le foto del figlioletto. Dio che pena.

La vicenda è ampiamente nota: era iniziata il 16 gennaio 2022, quando il piccolo era stato ricoverato al Fatebenefratelli di Benevento. Dopo alcuni giorni era tornato a casa, ma la sera del 25 gennaio era stato trasportato d'urgenza, evidentemente perchè stava male, al pronto soccorso del San Pio di Benevento dove era stato sottoposto ad una Tac e dichiarato in prognosi riservata. Ne era stato disposto l'immediato trasferimento, compiuto in elicottero, al Santobono, dove aveva smesso di vivere.

Dalle conclusioni del medico legale Emilio D'Oro, del neurochirurgo Tommaso Tufo e della neonatologa Beatrice Leopardo, che avevano curato l'autopsia,era emerso che la morte era stata causata da un'emorragia cerebrale post traumatica causata da una lesione da scuotimento della testa. Gli stessi specialisti avevano poi accertato anche la presenza di una serie di fratture, più o meno consolidate, ai polsi, al torace ed agli arti inferiori.

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"Ha violato obbligo di firma dopo un Daspo". "No, era stato esonerato": assolto un 40enne

Era accusato di aver violato l’obbligo di firma a cui era sottoposto per un Daspo preso in occasione della partita Monterosi Tuscia - Benevento del 12 agosto 2023, ma il giudice Lignelli lo ha assolto perchè il fatto non sussiste. E' la sentenza per Angelo Cella, 40 anni, di Benevento,  difeso dall'avvocato Domenico Russo, che ha fatto notare che il suo assistito era stato esonerato dal giudice competente del Tribunale di Bologna dall’obbligo di firma con rifermento a quell'incontro calcistico , e che il provvedimento era stato regolarmente notificato all’interessato dalla Questura di Bologna.