La decisione arriverà il 9 settembre, quando il Tribunale (presidente Rotili, a latere Monaco e Buono) si pronuncerà su alcune questioni sollevate dalle difese nel processo a carico delle 25 persone coinvolte nell'inchiesta della guardia di finanza sul trasferimento in Bulgaria di una serie di imprese, con l'obiettivo di sottrarle – sostiene l'accusa – al pagamento delle imposte e sottrarne i patrimoni al sequestro e a procedure fallimentari e /o esecutive.
Ad aprire il fuoco di fila sulle richieste dei mezzi di prova avanzate dal pm d'udienza Licia Fabrizi è stato l'avvocato Matteo De Longis, poi seguito dagli altri colleghi, che si è opposto alla trascrizione delle intercettazioni, ritenute inutilizzabili, all'acquisizione dei documenti che erano stati sequestrati con un provvedimento annullato dal Riesame e poi riproposto, e di atti indagine compiuti fuori termine; in particolare, una serie di escussioni in Bulgaria.
Nel mirino degli inquirenti è finito il ruolo di consulenza dello studio dell'avvocato Giuseppe Ciccopiedi per il trasferimento e il mantenimento di imprese in Bulgaria, soprattutto nelle città di Sofia e Plovdiv. Una volta all'estero, le società sarebbero apparse ancora operative e solvibili, attraverso l'accensione di conti correnti che in realtà non sarebbero stati movimentati. In questo modo sarebbe stato consentito agli imprenditori 'clienti' di continuare di fatto ad operare in Italia con neo costituite imprese con lo stesso oggetto del clone estero.
Sono impegnati nella difesa gli avvocati Andrea De Longis, Antonio Mirra, Angelo Leone, Vincenzo Sguera, Sergio Rando, Andrea Verdicchio, Vitoiro Fucci, Salvatore Ferri, Luigi Bocchino, Roberto Guida, Vincenzo De Rosa, Irina Scopelliti, Fabrizio De Paolis, Antonio Castiello, Mario Izzo.
