Salvatore, "psicosi cronica e Tso": Elena e Antonia colpite nel sonno, Cosimo no

Benevento. Conferenza stampa in Procura sulla terribile vicenda di Paupisi

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Benevento.  

Un vissuto “psichiatrico” scandito da una “psicosi cronica” e da “un Tso nel 2011”, nessuna segnalazione di “atteggiamenti violenti”. E' stato il procuratore Gianfranco Scarfò a delineare, nei limiti del possibile, la figura di Salvatore Ocone, 58 anni, di Paupisi, dalla scorsa notte in carcere per l'omicidio della moglie Elena, 49 anni, del figlio Cosimo, 15 anni, e del tentato omicidio della figlia Antonia, che di anni ne ha 17.

Lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa convocata sulla terribile vicenda; al suo fianco il colonnello Enrico Calandro, comandante provinciale dei carabinieri, e il maggiore Emanuele Grio, che guida la Compagnia di Benevento. Non al tavolo il pm Chiara Maria Marcaccio ed il capitano Giuseppe Friscuolo, al vertice del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia, presenti in una stanza troppo angusta per la selva di microfoni, cavalletti e telecamere che l'hanno affollata.

Il 'numero uno' degli inquirenti sanniti ha ripercorso per grandi linee l'attività svolta, sottolineando la “collaborazione dell'Arma di Campobasso” e il lavoro degli elicotteristi del nucleo di Pontecagnano. Erano stati loro, ieri pomeriggio, ad individuare in una zona di campagna isolata, a Ferrazzano, la Opel nera di Salvatore. “Era ferma tra alcune balle di paglia, il pilota aveva deciso un immediato atterraggio e con due colleghi aveva bloccato il 58enne”, ha siegato Calandro.

Agghiacciante la scena restituita dall'abitacolo: sul divano posteriore c'erano il corpo senza vita di Cosimo, ed Antonia, che il soffio della vita non aveva per fortuna abbandonato. Scarfò ha affrontato il capito della ricostruzione dei fatti.

Come anticipato da Ottopagine, tra le 5 e le 6 Salvatore, che nell'interrogatorio di ieri sera aveva puntato il dito contro l'aggressività e, a suo dire, i comportamenti autoritari della coniuge nei suoi confronti, avrebbe dapprima colpito alla testa la moglie, che era a letto, poi Cosimo, che forse si era alzato dopo aver sentito le urla. Poi, usando la stessa pietra, avrebbe raggiunto nella sua camera Antonia, che come la mamma stava dormendo, ed avrebbe riservato anche a lei la stessa violenza.

I due minori sarebbero poi stati trasportati in auto , per un viaggio disperato che si era concluso a distanza di alcune ore. Un incubo senza fine. Nelle prossime ore la convalida del fermo dinanzi al Gip del Tribunale di Campobasso, resta da capire se il 58enne risponderà o si avvarra della facoltà di non farlo.