Centro storico: l'Ente bypassa l'università per i versanti

Affidata a due tecnici locali la progettazione preliminare per la messa in sicurezza delle frane

Apice.  

Non sarà il professore Francesco Maria Guadagno dell’università del Sannio a redigere o fornire pareri, molto probabilmente, al progetto di messa in sicurezza dei versanti di Apice Vecchia, ma bensì due tecnici del posto, il geologo Roberto Quarantiello e l’ingegnere Nino Cecere.

Con una determina dell’Ufficio tecnico comunale, a firma dell’ingegnere Nicola Maioli, è stato  conferito, mediante procedura di affidamento diretto, ai due professionisti, l' ingegnere Sabatino Cecere e il geologo Quarantiello  Roberto,  «In quanto possiedono esperienza e capacità professionale nel campo similare, l’incarico congiunto con l’Utc per la progettazione preliminare dei lavori di “Consolidamento e messa in sicurezza dei versanti del centro storico di Apice vecchia,  interessati da fenomenologie franose”, per un importo complessivo di mille euro». Con tale progetto si punta a reperire le risorse necessarie di cui alla “Legge di Stabilità” e “Agenda Verde” 2014 e dei fondi Por Fesr Campania, partecipando ai Bandi e/o Avvisi di prossima emanazione.

Qualche mese fa, invece,  Ottopagine intervistò il professore di geologia dell'università del Sannio, chiedendo informazioni sullo studio dei versanti. Lo stesso docente starebbe ancora aspettando risposte dall’Ente. «Abbiamo per ora effettuato una indagine geologica e geomorfologica –spiegò Guadagno -. Ci sono delle instabilità e delle frane, bisognerebbe intervenire, ma c’è da dire che i versanti sono tutt’ora in uno stato quiescente (di quiete e di inerzia). Per andare avanti c’è bisogno di tutta una serie di documentazione che ho richiesto al comune di Apice: documenti e indagini geologiche sviluppate nel tempo di qualsiasi tipo, anche quelle presenti al genio civile; planimetrie tematiche e riprese fotografiche eventualmente disponibili; altre documentazioni di ordine storico urbanistico; documentazioni riguardanti le reti fognarie e di adduzione. In pratica c’è bisogno di sapere come sono strutturate le fogne e capire come sono attualmente convogliate le acque, sta lì il problema sostanziale dei versanti. Noi siamo in attesa comunque di una risposta da parte dell’Ente. Ci sono delle competenze nel nostro ateneo a livello internazionale, non capisco perché non potremmo metterle a disposizione del territorio».

di Michele Intorcia