Beni confiscati alle Mafie, ecco il progetto del Comune di Castelvenere

Per l’inclusione delle persone che vivono in condizioni di esclusione

beni confiscati alle mafie ecco il progetto del comune di castelvenere
Castelvenere.  

“Oggi è un rudere, nascosto tra la vegetazione incolta in campagna, ma potrebbe ben presto trasformarsi in un centro diurno e di coabitazione sociale per l’inclusione delle persone che vivono in condizioni di esclusione”. E’ l’auspicio di Alessandro Di Santo, Sindaco di Castelvenere, che come Comune ha partecipato al bando pubblico per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione di beni confiscati alle mafie, da finanziarsi nell’ambito del PNRR.
La realizzazione del centro diurno e di coabitazione sociale per l’inclusione delle persone che vivono in condizioni di esclusione parte dal presupposto che le politiche per l’integrazione e la coesione sociale sono fondamentali per l’equilibrio e la tenuta delle comunità della Valle Telesina. Il progetto, pertanto, prevede percorsi di accompagnamento diurno per persone fragili, volti al reinserimento nel tessuto lavorativo, in un contesto protetto di coabitazione e inclusione sociale. Al contempo, si opera in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale, prestando particolare attenzione alla salvaguardia dell’ambiente ed al rispetto della natura e della storia del territorio. Il progetto mira, pertanto, a favorire il generale processo di affrancamento dei beneficiari diretti dai Servizi Sociali a fronte della previsione di budget di spesa decrescenti in relazione al crescere delle competenze, autonomie sociali e abilità delle persone nel gestire la propria vita relazionale e quotidiana e l’attivazione di progetti integrati (abitare, lavoro e socialità) per garantire durata all’esperienza di autonomia. Si prevedono, pertanto: l’implementazione di laboratori per l’avvio di attività artigianali o agricole utilizzando anche i terreni di pertinenza della struttura; l’allestimento di spazi destinati al coworking al supporto sociale, giuridico e psicologico dei potenziali utenti; la progettazione di spazi di incontro, dibattito e discussione. Al progetto hanno dato disponibilità a collaborare sia associazioni datoriali che di volontariato con le quali è stato sottoscritto protocollo di intesa. Le attività saranno supportate da volontari.

Il target del progetto sarà principalmente costituito da almeno 30 persone con un età compresa tra i 20 e i 60 anni, provenienti dai Servizi di salute mentale, Servizi per le Tossicodipendenze e Servizi per l’Inserimento Lavorativo, in primis mentre la selezione delle persone che avranno la possibilità di essere inserite in questo contesto verranno fatte dagli educatori professionisti della Caritas (partner del progetto), con l’obiettivo di garantire una sana e felice co-abitazione tra le persone che verranno accolte. In questa logica di “housing sociale” l’accoglienza degli ospiti è temporanea: la permanenza diurna presso la struttura è prevista per un massimo di 12 mesi, per una fascia oraria ore 8.00/19.00, dopodiché - avvenuto il reinserimento - lo spazio verrà lasciato ad altre persone fragili con la necessità di intraprendere il medesimo percorso.

“Siamo fiduciosi – conclude il Sindaco – del buon esito del progetto, condiviso con la Prefettura di Benevento, al quale abbiamo lavorato intensamente sin dal nostro insediamento con il sostgeno degli uffici comunali e di un team di professionisti”.