«Vogliamo i vigili del fuoco non i rifugiati»

Il sindaco scrive al Prefetto in merito all'ex carcere: «Perplesso sui rischi collegati all'immigrazione senza una politica di integrazione»

Morcone.  

Altro che centro di accoglienza per migranti e rifugiati, l’ex carcere mandamentale di Morcone, forse sarebbe il caso di precisare il mai stato carcere mandamentale, lo si vorrebbe destinare, fa sapere il sindaco Costantino Fortunato e la sua squadra, a sede distaccata permanente dei vigili del fuoco. Ma è solo nelle linee programmatiche della maggioranza che, in questi giorni, ha scritto al Prefetto di Benevento per chiedere urgentemente la convocazione di un tavolo tecnico sull’eventuale, ormai certa, accoglienza dei migranti in paese.  Nel Sannio, oltre al Comando provinciale dei vigili del fuoco presente a Benevento, esistono altre quattro sedi distaccate dei caschi rossi: una a Vitulano, dove operano volontari chiamati ad intervento e tre sedi permanenti distaccate situate a San Marco dei Cavoti, Telese Terme e Bonea, in cui prestano servizio agenti effettivi. Geograficamente questa eventuale sede di Morcone potrebbe anche avere la sua utilità, coprirebbe infatti tutt’altra zona. Resta solo da capire, e non è poco, se l’idea nasce da una possibilità già discussa con il Ministero o se si tratta semplicemente di una volontà partorita esclusivamente dalla maggioranza. E con i tagli effettuati, vedi la Prefettura di Benevento, è una possibilità alquanto remota, a meno che il Comune non metta a posto l’ex carcere di tasca propria. Storia vecchia. Intanto, come anticipato, il sindaco ha scritto alla Prefettura per esprimere le sue considerazioni di fronte a «un vero e proprio “esodo” per le dimensioni assunte in questi tempi”; mentre sull’esigenza di destinare la struttura a centro di accoglienza dei migranti, il primo cittadino sembra non avere più dubbi «la sua inderogabilità mi apparve sin d’allora chiara, circa otto mesi fa, e oggi l’ipotesi prospettata diventa realtà per la città di Morcone». Fortunato riconosce però «l’alto valore sociale dell’iniziativa in termini di contributo di solidarietà umana che si esprime nei confronti di persone, quali gli immigrati, che vivono condizioni di grande disagio e, peggio ancora, di solitudine», solo che «non posso non manifestare le mie perplessità sui rischi collegati all’immigrazione, quando non si sono potute sviluppare le condizioni adeguate per un programma di accoglienza e, quindi per una politica di integrazione di coloro che forzatamente si allontanano dalle loro terre per andare incontro all’ignoto». 

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Ma poi, dopo un’analisi socio-economica di Morcone, ormai tagliata fuori dalle politiche di sviluppo, colpita dal degrado ambientale, dall’invecchiamento della popolazione e dalla carenza di servizi efficienti, il primo cittadino rincara la dose: «la massiccia presenza di migranti non agevolerà il progetto di sviluppo incentrato sulla valorizzazione e riqualificazione delle risorse esistenti».  Fortunato termina la missiva indirizzata alla Prefettura chiedendo di riconsiderare la decisione di utilizzare lo stabile per l’accoglienza dei migranti, precisando che «per decidere se optare o non per l’acquisizione in proprietà del bene, l’Amministrazione ha necessità di ottenere, nel più breve tempo possibile, chiarimenti sul tipo di centro che si vuole realizzare (Cpsa, Cda, Cie o Sprar), sul numero delle persone che saranno alloggiate, sul tipo di interventi da eseguire sulla struttura (i cui costi si presumono elevati)», anche se il Ministero degli Interni ha già promesso un milione di euro, immediatamente disponibile, per rendere fruibile l’ex carcere in caso di emergenza, e quando ci sono le emergenze si sa, i soldi girano, e pure tanti. Sono invece 3662 i migranti destinati dal Viminale alla Campania. Il Ministero degli Interni è tornato infatti, pochi giorni fa, sull’indicazione di aprire vecchie caserme, aree industriali in disuso e perfino ex penitenziari, proprio a cominciare dal carcere di Morcone, in provincia di Benevento. 

Michele Intorcia