Romano:«Il centro naturale è saltato per colpa di Arcopa»

Il presidente di Confcommercio:«Un vero e proprio ostracismo e continue delegittimazioni»

Apice.  

Altro che esclusione o progetto non approvato, Apice un progetto per il centro commerciale naturale non l’ha mai presentato, ed è una notizia eclatante, che si apprende solo oggi, visti i numerosi incontri che si sono tenuti sul territorio in un anno e mezzo tra la Confcomemrcio locale di Michele Mesisca, la Direzione provinciale, l’amministrazione comunale, con il sindaco e l’assessore al commercio Ivan Zullo e l’altra associazione commercianti Arcopa di Nadia Errico. «In pratica l’architetto incaricato da Confcommercio per redigere il progetto da presentare alla Regione – spiega Mesisca- non è riuscito ad ultimarlo poiché a meno di un mese dalla scadenza del bando è stato colpito da un malore». E non ha pensato di chiamarne un altro? «Si l’ho pensato –continua Mesisca- ma non è stato fatto». Ha quindi delle responsabilità da questo punto di vista? «Penso di si». Ma il problema di fondo sembrerebbe la mancata adesione da parte dei soci commercianti dell’associazione Arcopa, che conta circa 120 associati, al progetto, mancata adesione contro la quale punta oggi il dito il presidente di Confcommercio provinciale Nicola Romano: «Sono molto rammaricato per Apice poiché è stato uno dei primi paesi, insieme a Montesarchio, dove si sono avuti i primi incontri per discutere del progetto di un centro commerciale naturale da presentare alla Regione Campania.

Ad Apice non si è riusciti a farlo a causa dell’ostracismo delle altre associazioni presenti sul territorio che non hanno fatto altro che delegittimare questa iniziativa». Si Riferisce ad Arcopa? «Si mi riferisco ad Arcopa di Nadia Errico, alla quale abbiamo detto sin dai primi incontri:«Troviamo un accordo e fatelo voi il progetto da presentare». A questo ostracismo si è aggiunto anche il fatto che i commercianti di Apice non hanno creduto al progetto. Erano infatti necessarie 41 adesioni, che sono state poi raggiunte con non poche difficoltà. Le stesse attività commerciali erano però dislocate nel paese senza essere raggruppate in un’area ben precisa. Così non si poteva presentare un progetto di intervento. Nel caso avessero aderito i commercianti di Arcopa sarebbe stato diverso. Dire che sono rammaricato è poco, sono letteralmente infuriato. Intanto a Montesarchio i soldi sono arrivati, 300mila euro che saranno investiti per i commercianti del posto. Ad Apice Michele Mesisca, che si è impegnato molto, ha costituito il consorzio Tre Colli, inizialmente di otto soci e solo in seguito si è arrivati a farlo crescere di numero».

L’amministrazione comunale di Apice che ruolo ha avuto? «C’è stata una forte pressione da parte dell’amministrazione comunale - commenta Romano - affinché venisse presentato il progetto, nelle persone del sindaco Albanese e dell’assessore al commercio Ivan Zullo. Il progetto iniziale su Apice, da 300mila euro, prevedeva un accordo con la stessa amministrazione, disponibile fin da subito. Una parte del finanziamento sarebbe andata per interventi strutturali riguardanti il mercato coperto di Apice (dove si tiene la vendita di frutta e ortaggi la domenica mattina) e la piazza centrale; mentre l’altra parte dei fondi per interventi quali panchine, illuminazioni e migliorie estetiche per le attività commerciali. Ma nonostante l’appoggio dell’amministrazione non si è riusciti a presentare il progetto. Sant’Agata dei Goti ha avuto circa 90mila euro, San Bartolomeo in Galdo 70mila, e qui non c’erano accordi cone le amministrazioni. La Confommercio provinciale ha già chiesto alla Regione Campania di destinare altri fondi e aprire ulteriori bandi. Speriamo che anche Apice partecipi in futuro ma con una predisposizione diversa.

Ci sono stati casi in cui commercianti sono venuti alle riunione ed hanno dubitato e messo in discussione l’attendibilità del progetto, dicendo che non era vero niente e che non ci fossero soldi. Se dovessero ripetersi casi così saremo giustamente demotivati a portare avanti un progetto su Apice». Segue la risposta di Michele Mesisca, a quanto pare ex presidente di Confcommercio ad Apice, all’articolo apparso giorni fa su Ottopagine: «Come legale rappresentante del Consorzio Ccn – Tre Colli chiarisco che il comunicato dell’assessore Regionale Fucci parla chiaramente della linea A del bando che chi ricorda era destinato ai comuni con più di 60000 abitanti dove erano ammessi anche dei consorzi tra più comuni e infatti si parla del comune di Montesarchio che è Capofila. Poi nel bando era prevista la linea B che era a favore dei singoli consorzi dove con Decreto n. 305 del 30/12/2013 – definisce i progetti ammissibili del Bando linea B, e dove il Consorzio di Apice non ha presentato nessun progetto per ovvi motivi (dove i soci sono a conoscenza). Mentre per quando riguarda la Confcommercio di Apice da gennaio 2015 non esiste più. Il sostegno da parte dell’amministrazione comunale a nostro favore non mi risulta. E in merito ai rapporti con l’associazione Arcopa se pure ci sono stati dei contrasti con la Confcommercio Provinciale di Benevento, con il consorzio Ccn Tre Colli che rappresento c’è piena collaborazione e stima».

di Michele Intorcia