Lavoro, Bosco (Uil): "Pochi contratti stabili, serve altro"

"I dati Istat confermano la necessità di un salto di qualità"

Benevento.  

La Uil Avellino/Benevento rende noto che a settembre 2017 il tasso di disoccupazione si attesta all’11,1%, invariato rispetto ad agosto, dopo la crescita osservata negli ultimi mesi. Ma aumenta, invece, al 35,7% a settembre 2017 il tasso della disoccupazione giovanile (+0,6 punti percentuali su base mensile). Nel periodo luglio-settembre 2017 si registra una crescita degli occupati rispetto al trimestre precedente (+0,5%, +120 mila) che interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età, con eccezione dei 35-49enni. L’aumento si concentra quasi esclusivamente nell’occupazione a termine. Dopo il calo di agosto (-1,5%), la stima delle persone in cerca di occupazione a settembre 2017 cala ancora dello 0,2% (-5 mila). La diminuzione della disoccupazione è determinata dalla componente maschile e dagli over 35, mentre si osserva un aumento tra le donne e i 15-34enni. A settembre la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni cresce dello 0,2% (+25 mila) interrompendo l’andamento tendenzialmente in calo registrato nei mesi precedenti. L’aumento è determinato dagli uomini e dai 15-34enni, a fronte di una sostanziale stabilità tra le donne e di un calo tra gli over 35. Il tasso di inattività sale al 34,4% (+0,1 punti). Nel trimestre luglio-settembre 2017, rispetto ai tre mesi precedenti, alla crescita degli occupati si accompagna quella più lieve dei disoccupati (+0,2%, +5 mila) e il calo degli inattivi (-1,0%, -128 mila).

 

“I dati Istat – dichiara Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) - confermano la necessità di un salto di qualità per il lavoro. Lo stock di contratti stabili rimane fermo e la vivacità dell’economia si trasforma, prevalentemente, in contratti temporanei. Se questo trend non viene interrotto a risentirne saranno sia le persone che il nostro sistema sociale, anche per la debolezza dell’offerta di lavoro che viene fatta ai ragazzi e alle ragazze, con conseguente aumento della sfiducia, certificata dalla crescita degli inattivi. Investimenti, soprattutto al sud, riduzione carico fiscale, politiche attive efficaci e buoni percorsi d’istruzione, - conclude Bosco - sono alcune delle priorità sulle quali orientare le scelte di politica economica”.