Unisannio: dopo la laurea sì a qualsiasi lavoro

L'indagine di Almalaurea: più laureate donne, giovani e disponibilità a qualsiasi contratto

Benevento.  

Una leggerissima flessione nel numero di laureati, in prevalenza giovani e donne e un abbassamento delle ambizioni lavorative. E' il quadro che emerge dai dati Almalaurea sul profilo dei laureati dell'Unisannio nel 2017.


Già confrontando numeri e dati, generati dalle risposte dei laureati al questionario di Almalaurea si percepiscono differenze tra 2016 e 2017.
A partire dal numero di laureati: 893 nel 2016 863 nel 2017 e poi dal sesso di chi ha conseguito la laurea. Si definisce una maggior propensione delle studentesse a concludere gli studi rispetto ai colleghi maschi: se nel 2016 il 51,6 per cento dei laureati era di sesso femminile nel 2017 si arriva al 54 per cento e si abbassa anche l'età media: il 14,3 per cento ha meno di 23 anni (nel 2013 era il 12 per cento) e il 34,2 ha più di 27 anni (nel 2016 era il 35 per cento).


Cresce anche il numero di laureati che arriva da regioni diverse dalla Campania, seppur di poco: dal 3,2 per cento al 4,6 del 2017 ed aumenta il numero di studenti che si laurea in tempo e senza andare fuori corso, dal 24 al 26 per cento.


Buoni voti da parte degli studenti per l'Università del Sannio: la stragrande maggioranza, oltre il 90 per cento, si ritiene soddisfatta dal corso di laurea, dai docenti, dai rapporti con gli studenti, non delle aule e delle strutture però, ritenute inadeguate da una percentuale superiore al 30 per cento dei laureati.


Ciò che risulta molto interessante da analizzare sono le risposte relative alle prospettive di lavoro dei neolaureati: la crescente disponibilità ad accettare qualsiasi tipo di impiego con qualsiasi tipo di contratto.


Se nel 2016 l'84,5 per cento avrebbe voluto un contratto a tempo pieno per entrare nel mondo del lavoro, il 28,3 per cento avrebbe accettato un part time e solo il 21 per cento il telelavoro nel 2017 le percentuali si abbassano: chiaramente la maggioranza vorrebbe un contratto a tempo pieno, ma su percentuali ridotte rispetto all'anno precedente, 83,7 per cento, il 40 per cento accetterebbe un part time, qui percentuali in crescita, e il 24,8 per cento il telelavoro.


Quanto alla tipologia contrattule: nel 2016 l'83,2 per cento ambiva al contratto a tutele crescenti, il 34,2 si sarebbe accontentato del tempo determinato, solo il 17 per cento si era detto disponibile al contratto di somministrazione. Cresce nel 2017 l'ambizione alle tutele crescenti (86 per cento) ma anche quella di chi si accontenterebbe del tempo determinato 36,7 per cento e dello stage 25,3 per cento e cresce anche la percentuale di chi si accontenterebbe anche di un'occupazione occasionale con voucher, dall'11 al 13 per cento.

Cristiano Vella