Fucci (AsLim): «Ora sinergia imprese - istituzioni: aree interne sfida cruciale»

Il presidente dell'associazione: «Comunali? Abbiamo appoggiato Mastella: ha programma serio»

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Benevento.  

La ripresa passa anche e soprattutto dagli imprenditori, piccoli e grandi...e chiaramente dalle sinergie con le amministrazioni. L'associazione AsLimItaly, guidata dal dottor Alessandro Fucci, analizza il momento, e spiega anche di aver appoggiato a Benevento il sindaco uscente Mastella, per il programma stilato: «La politica  - spiega Fucci - volente o nolente come si suol dire fa parte della vita quotidiana di ogni individuo, anche se l’associazione ASLIMITALY, continua ad essere apartitica ed apolitica, non si può esimere dall’ esprimersi sui temi ed i contenuti di un progetto politico, piuttosto che su un altro. Abbiamo associati da tutta Italia, ma gran parte abbracciano il Sannio e la città di Benevento, ed è chiaro che nel leggere i programmi elettorali dei due candidati sindaci sia al primo turno che al ballottaggio, è emerso che Benevento città avesse bisogno di continuità, di chi crede ed investe nella gente, quella che si incontra al bar tutti i giorni, quella che si trova sui cantieri, quella che lavora alla giornata e quella che non lavora affatto. Il programma che ci ha certamente convinti di più, quello che poi abbiamo appoggiato convintamente è stato quello di Clemente Mastella. Politicamente poi, parliamo di una celebrità, di un uomo che nella sua umiltà ha preferito la provincia al “mondo”, questa è la vera testimonianza di politica. La politica come metodo e non come attaccamento alla poltrona. Come presidente dell’associazione ho creduto fortemente nei temi portanti del programma di Clemente: il lavoro, il rilancio delle periferie, il rilancio delle aree interne del nostro Sud che continua a viaggiare su un binario sempre più corto rispetto a quello del Nord, l’investimento sulle politiche giovanili che è prioritario, a mio avviso, rispetto a tutto il resto. Se continuano le fughe dei nostri migliori cervelli, l’Italia fa 100 passi indietro e il Sud dell’Italia di conseguenza anche 1.000, i nostri medici lavorano all’estero, i nostri migliori ingegneri lavorano nelle capitali industriali del nord, i nostri scienziati addirittura se ne vanno in Cina».

E in un momento difficile per l'imprenditoria è fondamentale uno sguardo d'insieme, come spiega Fucci: «L’imprenditoria vera, oggi, va morendo.Va morendo perché soprattutto nelle nostre terre, è mal vista. Mi spiego meglio. L’imprenditore è visto come colui che si arricchisce sulle spalle dell’operaio. Ebbene avrei voluto che anche una sola delle persone che si riempie la bocca di queste sciocchezze, avesse presenziato ai milioni di incontri tenuti via web durante la pandemia, con i miei associati, solo per far toccare con mano che difficoltà ha dovuto affrontare l’imprenditore medio durante l’emergenza sanitaria. L’imprenditore deve pensare: agli stipendi, alle banche, ai fornitori, ai clienti e poi se gli avanza tempo, pensa a sè stesso. Cosa chiedono gli imprenditori alle nuove amministrazioni, poche cose in realtà, forse una su tutte: la tutela. La tutela dalla burocrazia, che è uno dei temi portanti dell’associazione che rappresento. Snelliamo quanto più possibile gli iter burocratici, siamo diventati il Paese più burocratizzato d’Europa. Gli imprenditori chiedono di essere ascoltati quando chiedono aiuto, e di conseguenza aiutati, perché sono il vero polmone economico del Paese, perché diciamoci la verità, se non nasce un imprenditore che si mette in gioco, che rischia “il suo”, non nasce nemmeno un operaio che sia uno».

E le aree interne, secondo Fucci, sono la vera sfida per le istituzioni e per il tessuto socio economico: «Le aree interne sono, secondo me, la vera sfida di questo governo Draghi , e del Presidente De Luca, perché dico questo, perché il rilancio dell’Italia parte dalle aree interne. Le porto un esempio banale: l’agricoltura. L’agricoltura è uno dei cavalli di battaglia delle aree interne sannite, a mio avviso. Abbiamo prodotti e produzioni uniche riconosciute a livello nazionale ed internazionale, ma spesso e volentieri alle aziende del territorio mancano i fondi per creare una filiera produttiva che sia in grado di migliorare l’esportazione del prodotto, che non solo porterebbe lavoro al territorio di produzione, ma di conseguenza anche ricchezza e notorietà. Questo esempio è applicabile a tutti i settori. Quindi la valorizzazione delle aree interne dovrebbe avere la priorità assoluta, in prima battuta io interverrei innanzitutto sul facile raggiungimento delle stesse, questo perché se un turista vuole percorrere la Fondovalle Isclero per visitare le aree interne del Sannio, sono certo che fa inversione e scappa via. Senza contare che, parlando di produttività e di esportazioni, la gran parte delle esportazioni avviene su gomma, quindi capirete da soli che la viabilità è certamente il punto principale su cui intervenire, se consideriamo anche che intervenendo su di essa i costi di ammortamento di queste aziende specifiche diminuirebbero drasticamente (manutenzione gomme per esempio). Su questo stesso argomento mi viene da chiedere quando intenderemmo completare la Benevento-Caianello? Per esempio. Chiudo parlando dei trasporti, altra spina nel fianco delle nostre aree interne. Migliorare il trasporto pubblico è vitale. Per chi frequenta le università per esempio, e ha difficoltà di spostamenti che diventano proprio invalidanti anche dal punto di vista del rendimento, pensate ad un ragazzo di un paese come Sant’Agata Dei Goti che per andare all’università a Napoli o si sveglia alle 5, oppure non ci va, per seguire una lezione che magari inizia alle 11. Insomma o le rilanciamo le nostre aree interne, oppure sono destinate a morire».

E dunque, occorre già da subito collaborare, stringere le maglie e affrontare le sfide: «Creare sinergie! Creare opinione! Collaborare. Le istituzioni dovrebbero collaborare sempre con le realtà associative come la nostra. Dobbiamo rilanciare il lavoro, come diritto sancito dalla Costituzione italiana. Creiamo uno sportello che sia d’ascolto serio, per le esigenze lavorative giovanili, per esempio, i famosi “navigator” che a niente servono e che abbiamo pagato inutilmente, perché non li impieghiamo in un lavoro di orientamento serio di profilazione dei giovani che cercano la propria strada? Creiamo un osservatorio permanente che dia la possibilità anche alle università di creare corsi li laurea per le figure professionali che mancano sempre più in un’azienda, mi viene da pensare agli impiegati amministrativi, per esempio. Dobbiamo creare lavoro, è la cosa più importante di cui un uomo ha bisogno. Se creiamo lavoro, abbattiamo la criminalità che nel Sud troppo spesso prende il sopravvento, se creiamo il giusto posto per i giovani, gli stessi non partiranno più e decideranno di investire nelle proprie terre. Se creiamo un tavolo tecnico permanente tra associazioni di categoria ed istituzioni riusciamo ad avere le risposte alle criticità in tempo reale. Dobbiamo migliorare il sistema giuridico, ma questo è un mio vecchio cruccio. Combatto con Aslimitaly la malagiustizia e gli abusi di potere ai danni di chi non ha più “ne cielo da vedere ne terra da camminare“. Abbiamo istruito una class action contro Equitalia perché iscrive a ruolo cartelle già prescritte e notifica, il contribuente paga, perché non è informato, INFORMIAMOLO! Abbiamo fatto un esposto ratificato al Procuratore della Repubblica, per vigilare sull’ammissione al reddito di cittadinanza perché non è giusto che chi ne ha davvero bisogno debba essere scavalcato da chi ha le ville al mare, bisogna VIGILARE E DENUNCIARE! Ed infine secondo me dobbiamo essere complici l’un l’altro, le istituzioni devono mettersi al servizio delle associazioni e le associazioni devono fare lo stesso, in questo modo anche il cittadino si sente parte di qualcosa di più grande e può contribuire a rendere migliore il luogo che abita!»