(effe) - Lo scopo è quello di riannodare una storia interrotta a un milione di voti e di rimetterli di nuovo in fila per giocarseli nella prossima campagna elettorale per le politiche. La suddivisione in collegi uninominali e plurinominali dei seggi disponibili per Camera e Senato giova a Clemente Mastella e al suo Udeur parte seconda, la rivincita.
Lo scenario per presentarlo ufficialmente non a caso è la sala congressi della stazione marittima sul molo angioino del porto di Napoli: è l'orizzonte di chi ha l'ambizione di fare le cose puntando in alto.
Clemente Mastella, dal giorno della sua assoluzione, non si è mai fermato. Ha risalito la china ripercorrendo, una dopo l'altra, le tappe di una discesa all'inferno politico, da sempre riservato ai mezzosangue, ai mezziliberi, ai mezzipuliti. Mastella per anni è stato in bilico, tra l'avere la piena agibilità politica e il doversi inventare “sindaco di strada”, come prima di lui aveva fatto Giggino De Magistris incocciato, pure lui, nella legge Severino. Per Mastella, la svolta la scorsa estate, il via libera alla ripresa dell'arte che gli riesce meglio: comunicare. Da allora il sindaco di Benevento non si è mai fermato. Ha immaginato e calcolato, incontrato e ricontattato. Ha ripreso ogni filo e sfruttato ogni mezzo, rammendando dove si poteva, tessendo fin dove già si poteva. Lo sdoganamento lo ha avuto vedendo Silvio Berlusconi, che gli ha anche d'incanto smorzato le polemiche con Forza Italia a palazzo Mosti, da dove guida la rinascita e da dove, giura e spergiura, non si muoverà.
"Riprendiamo questa storia che era stata interrotta attraverso umiliazioni e attraverso un po' di cinismo ingiusto", ha spiegato Mastella a Napoli.
“L'obiettivo è portare all'attenzione due elementi fondamentali: la giustizia che è un mondo che ha bisogno di una rivoluzione copernicana e in cui siano partecipanti i magistrati, la politica e i temi di conciliazione nazionale e dall'altra il Mezzogiorno sempre più indifeso, trascurato e messo ai margini. Vogliamo farlo - ha sottolineato - utilizzando l'idea di un'anima moderata, mite e con valori prevalentemente democristiani ma accompagnata anche da chi ha una visione laica".
Poi, come suo solito, l'affondo sul tema del giorno, quello che poi ti regala i titoli nei telegionali. Il Mastella maestro del gioco delle perle di vetro non ha dubbi: "Credo che la Boschi si sarebbe dovuta dimettere per una simile vicenda o si sarebbe dovuto dimettere il padre visto il ruolo della figlia, evidentemente l'istituto delle dimissioni è solo democristiano".
Anche il leader dell'Udc, Lorenzo Cesa, di recente auitore di uno strappo con l'ala demitiana del partito, ha battuto qualche colpo per testimoniare una difficile e tormentata esistenza in vita: ''Al governo Gentiloni do un 5. Sta andando avanti con la politica della sopravvivenza mentre invece il Paese ha bisogno di una svolta. Dopo le elezioni - ha aggiunto - bisogna essere molto più efficaci di quanto non sia stato questo Governo perché non si può andare avanti con la politica del bonus, si devono fare interventi di sostanza: sostenere un piano straordinario di opere pubbliche, ammodernare il Paese nelle infrastrutture e c'e' da mettere mano alle scuole che sono fatiscenti. Bisogna fare delle cose concrete e noi vogliamo essere la quintessenza del centrodestra, vogliamo dargli un'anima democristiana. I nostri obiettivi sono la difesa dei valori e la concretezza''.
