Pronto soccorso, M5S assicura: "Interverremo al Ministero"

E De Pierro: "Soddisfatto, è la dimostrazione che se la politica è unita si ottengono risultati"

Benevento.  

Il passo indietro di De Luca è dunque arrivato. Dopo le parole infuocate dei giorni scorsi, in cui aveva etichettato come idiozie le richieste di conservare un pronto soccorso a Sant'Agata de'Goti e idioti quelli que le rilanciavano, il Governatore dopo l'incontro di ieri a Palazzo Santa Lucia, in cui erano presenti Mortaruolo e i vertici di Asl e Ospedale San Pio ha di fatto accolto le richieste del territorio. 

Il Ps di Sant'Agata de'Goti ricade in zona disagiata, e dunque si va in deroga al piano ospedaliero finché sarà il ministro Giulia Grillo a decidere. Già perché ieri da Palazzo Santa Lucia la palla è passata al Ministero: decideranno a Roma se lasciare il pronto soccorso in deroga al Piano o se respingere la proposta. Ciò avveniva mentre a Palazzo Mosti 43 sindaci sanniti votavano all'unanimità, in assemblea, un documento condiviso per chiedere non solo lil mantenimento del pronto soccorso a Sant'Agata, ma anche un potenziamento del Rummo di Benevento e della sanità territoriale con gli ex presidi di Cerreto e San Bartolomeo. 

Non si sono tirati indietro i parlamentari grillini, che di fatto oggi gestiscono palla sulla vicenda essendo il Ministro Grillo diretta espressione del Movimento. In serata infatti arriva una nota a firma dei quattro parlamentari, le senatrici De Lucia e Ricciardi ed i deputati Ianaro e Maglione che assicurano il loro impegno per far passare la deroga in maniera definitiva: "Apprendiamo dalla stampa che l’assemblea dei Sindaci ha approvato il documento  col quale si chiede una deroga al Piano ospedaliero predisposto dal Commissario De Luca.
Denunciamo da anni, inascoltati, la sua scellerata politica sanitaria e già all’inizio del nostro mandato avevamo proposto una deroga, soprattutto in considerazione della morfologia dei territori. Di questo, a differenza di altri, non ne facciamo vanto. Tanto meno motivo di offesa personale. Peraltro, assicuriamo che  non appena avremo l’ufficialità della richiesta, faremo la nostra parte agendo nelle opportune sedi ministeriali. La speranza, però, è che vi sia una bocciatura complessiva del piano presentato da De Luca al fine di ripartire per una costruzione organica e rispettosa di una progettazione coerente con i territori.
Al netto di quelle che sono le responsabilità alla base di questo disastro, è il momento di difendere, insieme, il nostro diritto alla salute".

Una soluzione apprezzata anche dal capogruppo Pd in consiglio comunale De Pierro che loda l'unione che sulla questione sanitaria, finalmente, si è creata: "Mi sono speso in più occasioni per sollecitare una convergenza comune di interessi che consentisse alla voce del nostro territorio di propagarsi in maniera più incisiva. Sono più volte intervenuto a difesa di reparti del Rummo che rischiavano di essere penalizzati, ho sollecitato il mio partito affinché istituisse un tavolo tecnico e politico-istituzionale aperto non solo agli organi più rappresentativi in ambito politico e sanitario, ma anche a tutte le figure d’eccellenza in campo sanitario di città e provincia, ho invitato tutti gli attori interessati e operatori nel campo della Sanità a contribuire in modo costruttivo con proposte finalizzate a dare risposte concrete alla garanzia primaria che è il diritto alla salute. Finalmente quanto da tempo auspicavo si è verificato (forse sarebbe stato meglio che tutto fosse accaduto con diversi mesi di anticipo, magari si sarebbe almeno in parte arrestata l’emorragia di eccellenze e professionalità in campo medico-scientifico) e dunque non posso che esprimere apprezzamento per la ritrovata sintonia tra le varie forze politiche su un tema così delicato come quello della Sanità. Sono sempre stato convinto che le divisioni sui grandi temi non portino a nulla e non facciano il bene di una comunità. Infatti il tema della Salute va trattato obbligatoriamente su un piano collettivo e generale e nessuna fora politica può intestarsi battaglie solitarie per la risoluzione di vertenze che richiedono comunione di intenti. Solo facendo fronte comune si è in grado di rafforzarsi ed erigere barricate nella difesa di un territorio. La notizia che la Regione Campania ha deciso di istituire nel presidio di Sant'Agata dei Goti un Pronto Soccorso in deroga quale zona disagiata, come prevede il d.m. n.70, mi rende soddisfatto. Rivendicando quotidianamente un maggiore coordinamento con la Regione Campania, l’apertura di un dialogo serio e produttivo con le forze politiche del territorio, e proprio per questo, pur valutando come positiva questa soluzione (anche se bisognerà fare in modo che si tratti di un provvedimento definitivo e non provvisorio), adesso mi preme esortare tutti gli interlocutori istituzionali a non perdere di vista l’obiettivo prioritario, e cioè quello di evitare che l’Ospedale San Pio venga declassato a Dea di Primo Livello. Pur consapevole che questo depotenziamento dovrebbe essere escluso dalla creazione del Polo Oncologico di Sant’Agata dei Goti, ritengo che non si possa trascurare la circostanza che i tempi che i tempi per la realizzazione dello stesso saranno oltremodo lunghi. Il Sannio e i suoi rappresentanti politico-istituzionali con il prezioso supporto dei vari comitati spontanei, hanno ottenuto un primo interessante risultato, ma non si può e non si deve abbassare la guardia. Gli sforzi di tutti ora devono essere proiettati verso la conservazione per l’Azienda Ospedaliera “San Pio” della sigla di secondo livello: una prerogativa fondamentale per la tutela dei presidi periferici e non solo. E’ pur vero che sul piano degli atti programmatici si è andati anche un po’ oltre, ma è altrettanto pacifico che la politica, quando è mossa dal senso di responsabilità e dalla convinzione di agire nell’interesse della collettività, è in grado di rivisitare certi processi adeguandoli al meglio alle esigenze di ciascun territorio. Ritengo infine che in questa battaglia battaglia collettiva sul tema della sanità locale sia di fondamentale importanza reclamare a gran voce l’avvicendamento di quelle figure professionali di spicco andate via in un breve lasso temporale, affinché il “San Pio” conservi standard prestazionali elevati nei singoli reparti, individuando altrettante risorse di primo piano, attingendo sia dall’esterno che dall’interno, tra quelli più meritevoli comprendendo eventualmente pure giovani di prospettiva. Assicurare al nosocomio quel livello qualitativo nell’erogazione dei servizi assistenziali che è stato sempre motivo di vanto per il territorio e garanzia di sicurezza per l’utenza, è difatti un dovere morale e istituzionale al quale nessuno si può sottrarre. Men che meno chi amministra e dirige processi di sviluppo".