Baselice, Ferella: "Rinunciamo a centro rifiuti, ma così non si recupera gap"

Il sindaco: "Troppe cattiverie, ma rivoluzioni non possibili se pensiero rimane immutato"

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Baselice.  

Il sindaco di Baselice, Lucio Ferella, annuncia di voler rinunciare al centro di trasferenza rifiuti in paese, viste le polemiche, e in un'analisi dettagliata spiega: 

"La comunicazione, che viene messa a verbale, riguarda il Centro di Trasferenza, ed in particolar modo l’impegno formale mio e da parte di tutti i consiglieri di maggioranza a rinunciare all’eventuale contributo in merito e quindi al progetto stesso. Precauzione, non allarmismo esasperato ed ingiustificato. Infatti ho cercato di leggere ed intendere la raccolta delle firme come una forma di precauzione, ed anche se i fatti e le parole divenute di pubblico dominio hanno attestato che si può trattare piuttosto di un allarmismo intenzionalmente indotto, non mi interessa e non interessa ai miei consiglieri: che si pensi pure ciò che si vuole, che avevamo intenzione di inquinare e distruggere il nostro territorio ed il nostro futuro, che volevamo annientare Baselice ed i baselicesi, non è quello che ho pensato e ha pensato tutta la maggioranza e quindi la coscienza mia e di tutti loro è pulita, e ai nostri detrattori dico "così è se vi pare".

Non appena si è smesso di fare terrorismo - con ricostruzioni sia tecniche che politiche a dir poco fantasiose, senza risparmiare nessun colpo come le accuse di tangenti, addirittura di essere mafiosi - parlando con svariate persone e affrontando l’argomento con tranquillità è stato subito evidente quanto bugie e speculazioni montate ad arte avevano provocato. Ma l'orgoglio di questi fomentatori ora può retrocedere tanto la verità verrà riconosciuta sul lungo periodo. Un clima di odio e ostilità come quello che si è creato non fa bene alla popolazione: si, si tolga di mezzo quindi il centro di trasferenza, progetto ambizioso ed impopolare, ma se preoccupante per la popolazione, progetto secondario e abbandonabile. A riprova, qualora ce ne fosse bisogno, e non ce n’è, che nessun interesse personale si celava dietro una proposta del genere. Questo impegno formale e messo a verbale in questa seduta di Consiglio Comunale conferma altresì la decisione di non procedere con l’indizione di un referendum, da noi stesso proposto già nell’incontro pubblico, oltre che in consiglio, perché se da una parte diventa anche costoso per le casse comunali dall’altra in un clima d’odio come quello creato – basti pensare che anche dopo l’ultimo consiglio comunale qualcuno ha continuato a girare ed entrando nelle case di diversi baselicesi ha continuato a lanciare accuse (diffamatorie) e dire che l’intenzione era quella di riempire di monnezza Baselice – bene, dicevo, nel clima d’odio che si respira ultimamente non lo riteniamo ulteriormente uno strumento e il metodo adatto.

Nulla si può contro l’odio e la cattiveria fomentata da pochi. Ripeto, giustificata è la preoccupazione dei cittadini e l’atteggiamento di precauzione. Non il clima d’ostilità, l’acredine, il malanimo e l’animosità che si è venuta a creare. Inoltre il Ministero ha presumibilmente dilatato i tempi per l’istruttoria delle richieste, e orientativamente si parla di fine settembre. Non ha nemmeno senso decidere attraverso un referendum di una cosa su cui probabilmente non otterremo il finanziamento. E non vogliamo rinviare ulteriormente la decisione, perché è nostra intenzione porre un freno all’astio e il livore che è stato artatamente generato. Certo è che niente cambia, se non cambi niente. Ma pur di ristabilire una maggiore tranquillità nei baselicesi, decidiamo di rinunciare definitivamente al progetto del Centro di Trasferenza. Ma in un discorso generalizzato qualche domanda da porsi c’è: quando una decisione impopolare sarà anche accomodante e non preoccupante per la popolazione? Si potrà ambire ad anticipare il progresso e recuperare il gap ultradecennale che abbiamo senza rischiare? Sono davvero possibili rivoluzioni tenendo immutato il nostro pensiero e la nostra comodità? Credo di no, ma ci proviamo, anzi proviamoci insieme. In conclusione, anche se apostrofati come delinquenti e incompetenti, si rinuncia incondizionatamente all’eventuale contributo e al progetto del centro di trasferenza".