Agonismo e tecnica per battere lo Spezia

Avversari in un momento difficile, ma da non sottovalutare

Benevento.  

La frase è talmente abusata da sembrare talvolta un ritornello stereotipato: “queste partite sono tutte finali”. Già, come se le altre si potessero perdere... E' ovvio che se ci si gioca qualcosa di importante, ogni partita ha il potere di una finale, di una sfida assoluta per la quale non c'è altra soluzione che la vittoria. Abusata o no, è questo ciò che dovrebbe fare una squadra che si accinge a giocare le ultime dieci partite del campionato con l'obiettivo di vincerlo: giocarle tutte come se fosse l'ultima. 

Il Benevento, in un momento in cui il suo morale non è proprio alle stelle, riceve lo Spezia di Pasquale Marino, altra squadra che deve fare prima i conti col suo stato d'animo e poi con il gioco del calcio “tout court”. Quattro sconfitte nelle ultime cinque partite, la spada di Damocle della giustizia sportiva che gli pende sul capo per il “pasticciaccio” del tesseramento dei giovani giocatori nigeriani (Okereke e altri), più di un atleta in cattive condizioni e fuori dai giochi (Bidaoui, Gyasi, Crimi, Acampora, Capradossi). Guai a “catinelle”, insomma, per i liguri, che non devono però assolutamente indurre ad una sottovalutazione: a volte, proprio nelle difficoltà, si trovano forze insperate in grado di trasformare un agnello sacrificale in un lupo famelico.

Per questo il Benevento, pur nella consapevolezza del momento delicato vissuto dagli avversari, deve moltiplicare le proprie attenzioni e calarsi nella sfida con tutta la determinazione possibile. Per vincere queste partite servono gli occhi della tigre (come diceva il grande Julio Velasco), una virtù che deve accompagnare le doti tecniche, che altrimenti rimangono fini a se stesse.

Prima l'agonismo, dunque, poi la tecnica e tutto il resto. Perchè una cosa non esclude l'altra e solo interpretando una partita con il giusto mix di virtù, si riesce a portare a casa il risultato che si desidera. Bucchi questo lo sa bene: è tutta la stagione che chiede ai suoi di calarsi al massimo nell'agone della serie B. Tante volte il Benevento c'è riuscito, trovando la miscela giusta tra agonismo e tecnica e andando a meta. Nelle ultime due partita ha ciccato. A Livorno è venuta meno la determinazione, a Cremona la sapienza tattica. Partite diverse, stessi ko. Da entrambe la squadra giallorossa deve imparare per non ricadere negli stessi errori. Lo Spezia è diverso da Livorno e Cremonese, ma ha spiccate caratteristiche di squadra di serie B. Per questo bisognerà stare attenti.

Bucchi cambierà certamente qualcosa rispetto alla sconfitta dello Zini: bisognerà presentare in campo una squadra che sappia combinare le doti tecniche con la forza fisica.

Nulla di nuovo, si dirà. Ma, si sa, per ottenere i risultati voluti, non c'è bisogno di escogitare per forza formule magiche.