Benevento, il futuro in una notte

All'Arechi un esame da superare per aumentare l'autostima del gruppo

Benevento.  

Una notte all'Arechi per scrutare il futuro. L'adrenalina sale, perchè un derby è sempre una partita speciale che nessuno vorrebbe mai perdere. Ma l'attesa è anche curiosità. Quella di sapere se la squadra giallorossa è davvero all'altezza delle attese. In tre giornate la B ha regalato di tutto: sorprese, conferme e dubbi. Com'è nel dna di questo campionato che non è aduso a dispensare certezze. 

La partita dell'Arechi è come un test a risposta multipla, bisogna essere preparati su tutto per rispondere a dovere. In una sola serata il Benevento metterà alla prova non solo la sua struttura tecnico-tattica, ma anche la sua forza mentale, la capacità di gestire partite difficili sul piano ambientale, la tenuta psicologica davanti a qualche intrinseca difficoltà.

Per vincere non basta essere bravi, bisogna anche avere la mente libera da condizionamenti e scevra da timori. Si vince anche facendo la voce grossa, trasmettendo all'avversario la sensazione che in campo comanda uno solo. Un derby è spesso una battaglia di nervi, dove l'esperienza alla fine dovrebbe prevalere.

Il Benevento è squadra forte ed anche esperta. Ma per avere ragione di un avversario “fresco” (i giovani sono tanti) come la Salernitana, deve anche vincere il duello fisico. Del resto è il verbo di Inzaghi a sottolinearlo: “In campo va sempre chi sta meglio”. E' una certezza a cui Superpippo non viene mai meno. I suoi giallorossi devono vincere la partita, superando in destrezza e fisicità i loro dirimpettai. Duello per duello. Volta e Caldirola dovranno mettere il bavaglio a due tipetti poco raccomandabili come Giannetti e Jallow, Maggio e Letizia non dovranno perdere di vista Cicerelli e Kiyne, magari sovvertendo lo schema tattico e facendosi rincorrere dall'avversario. A centrocampo Hetemaj, Viola e Tello hanno capacità tecniche e fisiche sufficienti per imporre il proprio gioco, respingendo le iniziative di Odjer, Di Tacchio e Firenze. In avanti Coda e Sau già mettono paura: l'ex sempre rimpianto e il tamburino sardo che medita di tornare ai fasti di un tempo in tema di gol realizzati. Ci sarà da fare i conti con una difesa a tre molto strutturata, con il cipriota Karo, il gigante Migliorini e il polacco Jaroszynski, abituato ad attaccare sulla fascia, ma anche a difendere molto bene. Inutile mettere sulla bilancia la caratura tecnica dei duellanti: in un derby il fattore psicologico è capace di azzerare ogni cosa. Si parte dalla mente e dal cuore per azionare gli arti che servono a difendere e a far gol.

Inzaghi sente questa sfida come e più degli altri. C'è il confronto con un maestro della panchina, che finora non ha mai perso, c'è quella continua ricerca della migliore efficacia da parte della sua squadra. Pippo vuole vincerlo questo derby: per l'autostima dei suoi e perchè iniziare bene un campionato non ha prezzo. E perchè, come c'è scolpito nel suo dna, è sempre tempo di vincere.