Gravina: "Priorità è finire i campionati. A a 22? Difficile"

Il presidente della Figc: "Non pensiamo all'annullamento, vogliamo mantenere l'ottimismo"

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Benevento.  

Intervistato da SkySport24, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha fatto il punto della situazione su come il calcio sta affrontando l'emergenza coronavirus. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni: 

"Ancora una volta il calcio sta dimostrando grande sensibilità. Menziono, ad esempio, la campagna di solidarietà lanciata dai campioni del mondo del 2006 a tutte le società. Mettiamo a disposizione il Centro Tecnico di Coverciano per medici, personale sanitario e posti di terapia intensiva. Oggi il calcio non chiede risorse ma stiamo facendo delle riflessioni. Tanti stanno cercando di strumentalizzare la dimensione economica del nostro mondo".

RIPRESA - "Per noi la priorità è il valore della competizione sportiva. Ci stiamo già attivando con la Fifa per rivedere alcune proroghe per i contratti, nel caso in cui dovessimo sforare il 30 giugno. Ad oggi è questa la deadline. Si sta cercando la soluzione per salvare il campionato. Per noi l'ideale sarebbe anche andare oltre per finire al massimo il 30 luglio, iniziando entro maggio. Dobbiamo ovviamente attenerci alle indicazioni del governo, degli scienziati e dell'OMS".

IPOTESI ANNULLAMENTO - "In tal caso faremo una serie di riflessioni per salvare il valore della competizione sportiva, ma ancora non ci abbiamo pensato perché il nostro intento è giocare. Permettetemi di essere ottimista, nonostante il momento difficile. Non viviamo solo per lo scudetto, ma dobbiamo assegnare i posti Champions ed Europa League, stabilire le promozioni-retrocessioni di tutti i campionati. In tal senso sono convinto che la Uefa ci darà una grande mano". 

22 SQUADRE IN SERIE A - "Onestamente non è facile modificare i format. Passare a 22 squadre in un campionato che sicuramente inizierà in ritardo sembra essere una idea schizofrenica. Non dimenticate che avremo anche l'esigenza di terminare prima per via degli Europei". 

PROBLEMI ECONOMICI - "Mi preoccupo di tutto il mondo del calcio, iniziando dalla Serie D, che rischia di perdere 3.000 società, un disastro. Penso alla Lega Pro, alla Serie B, alla Serie A. Sono molto preoccupato".