Cannavaro-Inzaghi, la sfida degli opposti

All'ex difensore piace comandare il gioco, l'ex attaccante predilige il pragmatismo

cannavaro inzaghi la sfida degli opposti
Benevento.  

Si conoscono fin troppo bene, entrambi classe 73, pressoché coetanei: Pippo è nato l'8 agosto, Fabio il 13 settembre. Nella loro lunga carriera, fatta eccezione per la Nazionale, i rispettivi cammini si sono congiunti poche volte: stagione 95/96 al Parma, poi ognuno per la sua strada. Da avversari si sono ritrovati, e anche più volte, uno con la maglia della Juve addosso (Fabio), l'altro con quella del Milan. Poi l'azzurro della Nazionale, il mondiale di Berlino, la favola di quella coppa alzata al cielo.

Ora si ritrovano da avversari in panchina, poco importa che sia solo serie B. Il confronto è stimolante e suggestivo come pochi, nessuno vorrà lasciare strada all'altro.

Fabio Cannavaro e Pippo Inzaghi saranno protagonisti anche questa volta, uno alla guida di un Benevento che deve recuperare in fretta posizioni, l'altro come sempre proiettato verso l'altissima classifica con una Reggina costruita all'ultimo secondo, ma che non mostra difetti visibili.

Fabio difensore inesorabile, Pippo goleador spietato. Ci si aspetterebbe di vedere due squadre condizionate dalle loro virtù da calciatori, ma è l'esatto contrario. Pippo, col suo staff, cura tanto la fase difensiva e non ha il chiodo fisso di aggredire l'avversario, semmai di punirlo quando meno se lo aspetta, proprio come faceva quando giocava. A Fabio, invece, piace comandare il gioco, tenere sempre il bandolo della matassa tra le mani e chiede ai suoi di riempire l'area avversaria per cercare di far male. La Reggina è squadra zeppa di talenti (Menez, Rivas, Hernani, Fabbian), ma che sa essere assai umile. Per informazioni basterebbe chiedere al Genoa, passato al Granillo il 7 novembre scorso, praticamente nell'ultima partita giocata in casa dalla truppa di Inzaghi. I Grifoni accumularono quella sera addirittura il 68 per cento di possesso palla, ma a vincere fu la squadra calabrese (Canotto ed Hernani) che fallì anche un calcio di rigore. Il fatto è che in quei numeri che sembrano paradossali ci sono anche quelli relativi ai tiri nello specchio della porta che fanno segnare un bel 5 per gli amaranto e un misero 1 per il Genoa. Umile e cinica, la Reggina.

Cannavaro sa cosa si troverà di fronte e sa anche che non conviene mai sfidare l'avversario sul campo delle sue armi preferite. Questa volta avrà più scelta con le uscite dall'infermeria e anche un bel po' di autostima in più dopo la vittoria di Ferrara. Al Granillo sarà partita a scacchi tra i due ex campioni del mondo, con una cornice di pubblico degna di una sfida al vertice. E' legittimo sperare che possa diventarlo davvero nella lontana sfida di ritorno, per ridare alla Strega le sue vecchie sembianze.