Si è svolta l'attesa conferenza stampa di presentazione di Michele Pazienza. Il nuovo tecnico giallorosso ha parlato ai giornalisti a pochi giorni dalla firma e dalla sconfitta rimediata in casa della Juventus Next Gen. Con Pazienza anche il presidente Vigorito e il direttore Carli.
Vigorito: "La parola insieme non è una presa in giro. Ci credo talmente tanto che sono venti anni che mantengo la squadra di calcio. Proviamo a continuare insieme se lo ritenete opportuno e producente. Vedo le foto della Serie A e della B, sono stati momenti bellissimi che abbiamo vissuto insieme. Li vivremo di nuovo? Questo non lo so, ma ci stiamo provando. Sosteniamo questi ragazzi. Cosa mi ha convinto di Pazienza? Concretezza, pragmatisco e la grande voglia che ha di fare una bella carriera anche da allenatore. Al Benevento mancavano l'entusiasmo di un allenatore e al suo pragmatismo, ovvero di provare a trovare le soluzioni per le caratteristiche dei calciatori".
Pazienza: "Ho visto la squadra più volte, anche quando è andata in difficoltà. Quando ci siamo incontrati, una domanda è stata proprio 'cosa farebbe per risollevare questa squadra'. Ovviamente ho dovuto dare delle risposte. La squadra aveva bisogno di maggiore equilibrio all'interno del campo. La prima scelta che ho fatto è stata quella di passare subito a un centrocampo a tre perché si prendevano molte ripartenze. Ho cercato subito di dare equilibrio alla squadra in questo momento. Dai calciatori più esperti ho trovato la massima disponibilità".
Carli: "Carfora per noi è forte, la sua gestione è stata difficoltosa ma siamo convinti delle sue qualità. Diventerà ancora più forte. Sena? Le richieste non mancavano, non lo abbiamo ceduto perché per noi è un calciatore di prospettiva e un ragazzo forte. Noi crediamo nei calciatori perché li vediamo tutti i giorni, anche quando non giocano".
Vigorito: "Quando dico che il progetto lo stiamo realizzando è a prescindere dai risultati perché i ragazzi stanno continuando a giocare. Auteri è andato via perché dopo un periodo al primo posto è perché nelle ultime dieci partite è al tredicesimo posto. Non siamo riusciti a individuare la ragione dell'inversione di tendenza e questo ha portato alla decisione. Qualcuno dice che stiamo facendo disamorare la gente? Non mi sembra. Siamo le società tra le più numerose in termini di abbonamenti, ma forse siamo la prima di abbonati che non vengono. Abbiamo dato vita a una serie di iniziative per stare al fianco della gente e del territorio, ma di questo non si ha traccia".
Pazienza: "Ho tanta voglia di ripagare la fiducia che mi è stata data dalla proprietà. L'obiettivo è quello di conquistare la riconferma attraverso il lavoro quotidiano. Non parlo di contratto, ma la conferma arriva attraverso la stima e la fiducia. Quella la devo percepire sempre, altrimenti non mi sentirò più l'allenatore del Benevento e avrò fallito. Per quanto riguarda l'obiettivo di squadra, è sicuramente la promozione. Qualsiasi altro risultato non basterà. Questo è un messaggio, in questo lavoro bisogna metterci la passione altrimenti non si può fare".
Vigorito: "Questa non è la squadra della scuola calcio perché ci sono venti calciatori che complessivamente hanno fatto più di 500 presenze in B e qualcuno anche in Serie A. Questa è una squadra che per gli esperti è competitiva, come dimostrato nel girone d'andata. Oggi inviterei tutti a capire perché c'è stato questo calo. Il rapporto con Auteri è ottimo. È stata una scelta sofferta. Non ci sono stati contrasti con lui".
La parola passa a Carli: "Perché Pazienza a mercato chiuso? Con lui abbiamo avuto un colloquio e gli abbiamo chiesto se gli piacesse la squadra. Ci siamo trovati in una posizione che non ci aspettavamo. Mi sono preso la responsabilità di dire al presidente che questo gruppo ha le caratteristiche tecniche per venirne fuori. Sin dall'inizio ho detto che se questa squadra non avesse fatto lo step, allora non sarebbe arrivata fino in fondo. Sul mercato la responsabilità è solo mia. Il presidente ha dato disponibilità a rafforzare la rosa. Abbiamo cinque o sei calciatori che hanno un impatto e dobbiamo vedere a fino anno chi si è meritato la conferma, perché vogliamo migliorare".
"L'esonero di Auteri è stata una scelta dolorosa, ma l'abbiamo presa perché vedevamo una squadra che si era incanalata in una situazione da cui faceva fatica a venirne fuori. Auteri ha fatto un percorso straordinario, ci ha dato qualcosa di importante come credo che anche il Benevento gli abbia dato qualcosa di importante. Anche lui è venuto in un momento difficile della sua carriera. Poi pensavamo che ci fosse sul mercato un allenatore che ci piaceva come Pazienza".
"Io e i ragazzi non abbiamo più alibi. O dimostriamo di essere all'altezza o abbiamo fallito".
Pazienza: "Chiedo alla squadra di fare cose semplici"
Pazienza ha proseguito: "Non ho intenzione di far guardare i numeri alla squadra. Devo intervenire cercando di mostrargli le soluzioni. Come farlo? Cercherò di intervenire dando loro certezze, mettendoli nelle condizioni ideale di giocare a calcio. Oggi ho bisogno di chiedere a ognuno di loro di fare le cose semplici, attraverso questo possiamo venirne fuori. Ho cercato di non stravolgere anche il sistema di gioco perché ho bisogno di farli lavorare dove si sentono a proprio agio. Questa squadra ha bisogno sempre di giocare con un ritmo altissimo ed è dovuto dalle caratteristiche".
Pazienza: "Dobbiamo lavorare sull'atteggiamento"
Dopo Vigorito, è stata la volta di Pazienza: "C'è un'aria pesante. Mi piacerebbe raccontare una barzelletta per stemperare la tensione, ma non ne sono capace. Quando parlo di atteggiamento mi riferisco al modo di reagire a ciò che fanno gli avversari. Ci abbiamo lavorato, ma le poche indicazioni non sono bastate perché ci vorrà del tempo per lavorare sull'aspetto mentale. Quando si prende gol devono essere bravi gli avversari, ma in questo momento per qualsiasi cosa veniamo penalizzati, quindi non dobbiamo concedere nulla. Poi ci saranno altri momenti in cui ci capiterà di concedere qualcosa in più senza subire, ma non adesso. Ora voglio intervenire sulla testa di ogni singolo calciatore, anche di chi gioca meno. Con una parola giusta si può dare una mano al compagno che non sta attraversando un buon momento, ci può stare. La sconfitta con la Juve non deriva dall'aspetto fisico, anzi ho trovato una squadra ben allenata. Sono sereno e fiducioso sotto questo aspetto".
Vigorito: "Non ho mai pensato di lasciare il Benevento"
Inizia la conferenza. Prende la parola Vigorito: "Ci mancava da un po' di tempo chiacchierare un po'. Ho preferito essere presente per dare alcune delle ragioni che in questa città pare che siano state sollevate nell'ultima settimana. La presentazione del tecnico non è avvenuta la settimana scorsa perché il tempo era poco, come scritto sul comunicato la presentazione sarebbe avvenuta questa settimana. Sono qui per rassicurare coloro che dicono che Vigorito voglia andare via. Chi aspettava di poterlo dire ha avuto il suo momento, ma adesso dovrebbe smetterla. Se decido di andare via nessuno può trattenermi, lascio una società in ottima salute e non mi sentirei colpevole. Sentirei una ferita nell'affetto e nell'amore che ho nei confronti di questa squadra e di questa città. Voglio anche tranquillizzare tutti sul mio stato di salute mentale perché qualcuno ha detto che sono in confusione. Sono parole di basso profilo alle quali non ho intenzione di rispondere. Mi rivolgo a quella parte che è ancora del Benevento Calcio che con quel presidente in confusione ha fatto degli anni di B e di A. Sono tornato alla realtà di questa città, dove si viveva la C. Ho solo detto che voglio vivere la C con grande orgoglio, senza la presunzione di un imprenditore che è riuscito ad andare in B dopo novant'anni. Non ho detto che voglio restare in C, ma che ci sono fondi di miliardi di euro che stanno arrivando dall'estero e che una squadra di una città di provincia non può pensare di competere con questi giganti, neanche Vigorito. Per questo ci siamo focalizzati sul settore giovane che facciamo crescere da vent'anni, ma la memoria è corta e ci dimentichiamo di calciatori o allenatori di grande profilo che sono venuti a Benevento. Ho detto che il calcio di Serie C mi appassiona perché mette in campo la passione e l'amore, ma non ho intenzione di rimanerci, anzi ho detto che vorrei andare in A. Quest'anno siamo la società che spende di più e da quattro mesi eravamo primi in classifica. Questa squadra era anche supportata molto dalla tifoseria, ma era anche difficile non farlo, come dimostrato dai numerosi articoli trionfalistici. Cercherò di portare avanti dei ragazzi di qualità, probabilmente è stato confuso il progetto di squadra giovane. Ciò non significa che avremmo preso ragazzi dalle scuole calcio, ma che avremmo inserito elementi ritenuti adeguati per i tecnici. Siamo riusciti a fare una squadra quasi totalmente nuova, ma anche a rinnovare un ambiente sereno. Avete condiviso un progetto che per qualche ragione si è inceppato. Mi appello alla vostra intelligenza e al vostro amore per questi colori che dovete portare in giro. Non si può esaltare e denigrare, ma soprattutto non si può rompere il giocattolo. La promessa di vincere non è un contratto firmato, ma è l'intento di vivere delle emozioni anche sborsando dei soldi. Pensare di voler abbandonare una società dopo venti anni per non aver fatto una campagna acquisti e il fatto di essere gli unici a me non preoccupa. Non sono andato via per amore della squadra e per amore della città, anche quando sono stato tradito da qualche tesserato. Vale la pena di ricordare che state parlando con una persona e con dei collaboratori che ritengo adatti che vogliono essere protagonisti. Se qualcuno pensa che con questa protesta sommersa possa andare via, allora deve risparmiare il fiato perché non andrò via da Benevento fino a quando ci sarà almeno un tifoso che sosterrà me e questi colori".
"Dal 15 gennaio abbiamo fatto riunioni e ho dato carta bianca per fare acquisti. Le valutazioni le fanno il direttore e l'allenatore. Io penso di avere il diritto di parola. L'idea è che la squadra fosse sufficiente: lo era prima così come oggi. Non abbiamo segnali come per il passato. Abbiamo dei ragazzi che si impegnano, ma agli scivoloni rispondiamo con i calci nel sedere. Io non sono così, sono un garantista. La società farà ciò che ritiene giusto fare, con la speranza che qualcuno si convinca che non siamo confusi e che abbiamo un direttore sportivo competente, oltre ad avere un tecnico che era stato scelto già due anni fa. Se qualcuno ha remore per le provenienze, allora ricordate De Zerbi. Dobbiamo stare attenti quando esprimiamo giudizi, ma soprattutto quando amiamo questo giocattolo perché i vostri commenti diventano di pubblico dominio. Noi porteremo avanti il discorso dei ragazzi e non perché costino poco, ma perché speriamo che restino puliti e che diventino maturi. Magari qualcuno di voi o di noi sarà capace di insegnargli ad amare questa maglia. Noi abbiamo fiducia nel futuro verso tutti e anche per la tifoseria. Noi vogliamo vincere e pensiamo di sapere anche come, ma se pensiamo di aver firmato un assegno in bianco vi consiglio di strapparlo".