Il ritiro all'Hotel Europa di Venticano sta servendo da collante per il gruppo giallorosso, oltre che per una conoscenza più approfondita tra il nuovo tecnico e i calciatori. C'è un'intera mattinata per rinsaldare rapporti e capire quello che improvvisamente ha cominciato a non funzionare più nel gruppo.
Michele Pazienza sembra aver individuato in fretta le lacune di questa squadra, composta da giovani acerbi e da elementi più esperti, ma poco inclini alla battaglia e al gioco “ruvido” (come lo ha chiamato lui stesso) della serie C. Sta lavorando su questo, al di là delle problematiche fisiche che la squadra continua a portarsi dietro in questo particolare momento. C'è la speranza di recuperare qualche elemento che aveva fatto temere il peggio, Capellini e Oukhadda su tutti. Nella seduta di allenamento pomeridiana entrambi proveranno a scrollarsi di dosso le scorie di questi acciacchi persistenti. Per contro il tecnico giallorosso ritrova Viviani, che per quello che è il suo credo potrebbe essere un punto nodale della nuova squadra. Lo ha detto senza giri di parole, Pazienza: “Per affrontare questo campionato bisogna essere più spigolosi, anche entrare con cattiveria nei confronti con gli avversari, avere sempre fame. E' la categoria che ce lo impone, una categoria in cui l'agonismo la fa da padrone. Io non voglio essere bello, ma efficace”. Più chiaro di così. S'impone uno stravolgimento nell'atteggiamento, bisognerà persino agire con forza sulle caratteristiche dei giocatori. In questo girone non si può giocare sempre di fino, soprattutto quando l'avversario ti sopravanza sul piano fisico. Bisogna quantomeno pareggiare l'aspetto agonistico. “Fino ad oggi la squadra ha fatto un calcio bellissimi, ma nelle difficoltà ci si deve sporcare un po' di più”.
Non sarà un percorso semplice, ma non c'è altra strada da percorrere. Bisognerò avere a disposizione sia il fioretto che la sciabola e usarle nei momenti appropriati. E' una bella scommessa per il giovane tecnico di San Severo, che parte dalle sue esperienze personali per inculcare questo nuovo credo ai giocatori: “La vera forza di questa squadra è la velocità. Serve anche intensità: io a Biella non l'ho vista sotto ritmo. Era allenata bene dal punto di vista fisico, e noi non possiamo prescindere dall'alta velocità e dall'intensità”. Se alle doti riconosciute, il nuovo tecnico riuscirà ad aggiungere anche l'agonismo, allora si potrà tornare a credere in qualcosa di positivo.
