Benevento irriconoscibile: ora è anche in silenzio stampa

Momento difficile per la squadra giallorossa: per uscirne c'è bisogno di recuperare uomini e idee

benevento irriconoscibile ora e anche in silenzio stampa
Benevento.  

Chissà che il silenzio stampa non sia stata la soluzione più opportuna per evitare di dover trovare le difficili parole per spiegare una prestazione tra le più brutte della stagione. Il direttore Carli aveva detto chiaramente che ora non ci sarebbero stati più alibi per la squadra. Nonostante tutto noi gliene vorremmo trovare qualcuno, perchè se alla formazione che aveva incantato nella prima parte del campionato gli si tolgono i due esterni difensivi (prevalentemente Oukhadda e Ferrara), che hanno la predisposizione di scavare solchi sulle fasce e al loro posto giocano due ragazzi poco propensi alla fase offensiva, se bisogna fare a meno del perno della retroguardia, capitan Berra, se rintanato in un angolo in panchina è relegato una delle sorprese più belle dell'andata, quell'Antonio Prisco che qualcuno aveva paragonato nientemeno che a Xavi, se Talia è costretto a giocare una partita intera dopo un mese di assenza per una dolorosa lombo-sciatalgia e se in attacco Lamesta sembra aver bisogno più di una buona camomilla che di una razione in più di allenamento, bè questi possono pure non essere alibi, ma sono certamente la ragione per cui il Benevento non si riconosce più. 

La strega non segna da tre giornate, attaccanti del calibro di Manconi e Lanini sono l'ombra di quei giocatori che l'hanno portata in alto. Lanini ha girato al largo dell'area messinese, Manconi quando si è avvicinato ha combinato autentici disastri.

Si è cambiato timoniere perchè con Auteri non si vedeva una via d'uscita da quello che sembrava essere un tunnel buio. Pazienza ha fatto appena in tempo a dire ciò che vorrebbe dalla sua squadra, ma in dieci giorni di “full immersion” non ha cavato un ragno dal buco. Il tecnico di San Severo non ha la bacchetta magica, il materiale è quello che è e le assenze non lo aiutano. Aveva detto che in momenti come questi occorre anche un momento di buona sorte, un gol casuale che faccia tornare un po' di ottimismo. Col Messina non è accaduto nulla di tutto questo e tutto è rimasto malinconicamente uguale. E quando giocheranno anche gli altri, quella che cambierà sarà la classifica, nella quale la vetta sarà sempre più lontana.