Se occorreva dare una risposta a quanti in questi giorni stanno affidando a striscioni e scritte sui muri i loro pensieri sulla squadra di calcio e la sua gestione, questa è arrivata proprio dal presidente Vigorito, che era impegnato questa mattina al Teatro Comunale nelle vesti di presidente di Confindustria Benevento, nell'Assemblea pubblica di ANCE Benevento dal titolo “Oltre il Costruttore”
Oreste Vigorito ha dedicato un passaggio del suo discorso anche alla sua creatura più amata, la società di calcio, che sta vivendo un momento un tantino travagliato ed è oggetto di non poche contestazioni.
“Io amo Benevento e il Benevento – ha detto il presidente - e non dimenticherò mai che in poco meno di un mese fu dato allo stadio il nome di mio fratello Ciro. Sono cose che non si dimenticano, come può esserlo un battesimo”.
Sottolinea un aspetto di fusione non solo col territorio, ma con la gente: “Io sono napoletano, mi hanno fatto avellinese, poi beneventano: io sono una persona di tutti, così come tutti sono vicini a me”.
Poi le parole dedicate alla squadra di calcio: “Il non mollo il Benevento, se c'è qualcuno che sta facendo questo perchè pensa che io vada via, sappia che io andrei via solo se arrivasse qualcuno in grado di garantire al Benevento e non a me, il futuro. Quel futuro mio che non è lunghissimo, non nel Benevento, purtroppo, ma nella vita, che andrà avanti fino alla fine insieme al Benevento Calcio, di questo potete stare tranquilli. E chi non lo vuole se ne faccia una ragione, perchè come ho sempre detto che l'Associazione Industriali non è un'eredità, ma il frutto di un'elezione, anche una squadra di calcio non è un'eredità, ma per averla bisogna amarla, fare le trasferte come fanno i tifosi, spendere qualche soldo in meno per le proprie attività e bisogna anche metterci tanta tanta passione. Quella io non me la sono ancora venduta, un giorno lo farò magari, ma è molto lontano”.
