Perde la faccia e anche la parola, la squadra giallorossa. Un'umiliazione inattesa, una serie infinita di errori sfociati nella peggiore sconfitta dell'annata. 5 a 1 casalingo, un inedito, difficile trovare qualcosa di simile nel passato. Si chiude una stagione folle, iniziata con una serie di vittorie e un girone d'andata condotto da padroni. Al giro di boa addirittura “campioni d'inverno”. Quasi da non crederci. Tutti si sono chiesti cosa sia accaduto.
Senza fare inutile dietrologia, il Benevento, che ha pagato il crollo psico-fisico dei suoi giovani, non ha mai trovato nella sua parte più “anziana” quella che potesse portarla al di là del guado.
Il sogno termina prima di cominciare
Finisce nella peggiore maniera possibile, con la tifoseria inviperita, che farebbe salti mortali per azzerare ogni cosa. Finisce subito, senza neanche provare a dare corpo ad un sogno impossibile come può esserlo la vittoria in un torneo che vede partire 28 squadre e arrivarne una sola alla meta.
Nessuno è deputato a spiegare le cause di questo disastro, la squadra non parla, così come ha fatto silenzio assoluto in campo. Ci sarà tempo per spiegare cosa è accaduto in questa serata infausta. Rimane una ferita enorme per un'uscita tanto umiliante da questo torneo finale. Magari la strega non avrebbe ugualmente vinto nulla, ma uscire con maggiore dignità sarebbe stato il minimo sindacale da offrire all'ambiente. Invece , come si dice, al peggio non c'è mai fine. E un girone di ritorno da dimenticare si è chiuso con la prestazione più censurabile possibile. Non rimane che stendere un velo pietoso su questo finale di stagione e sperare che si possa presto voltare pagina.
Negli occhi le facce stravolte dei giallorossi
In campo hanno provato addirittura ad andare sotto la curva, chissà forse per tentare di scusarsi. Alla fine, dopo il silenzio scelto dalla società, i giallorossi sono sfilati dai cancelli secondari dello stadio come "statue di sale", impietriti e bloccati da una serata che è stata il culmine di un'annata terminata nel peggior modo possibile. Un finale difficile da cancellare nella mente di un atleta. E di chi ha ancora a cuore le sorti della strega.