Flop Uil contro il precariato, ma la crisi è dei sindacati

Neanche più la scuola riempie le piazze: sulla realtà vincono le visualizzazioni

Napoli.  

A Napoli la Uil ha convocato un sit-in di protesta davanti alla Prefettura in difesa dei precari della scuola e l’immagine di un gruppetto sparuto di persone infreddolite che non riuscirebbe neanche a riempire un pulmino ci rende palese lo stato in cui versa il sindacato.

Che la su chiami disintermediazione o solitudine, la crisi dei corpi intermedi è la caratteristica principale dei nostri tempi. 
A darci questa sicurezza non sono né i saggi dei luminari né l’avanzata dei movimenti leadiristici e populisti, ma la realtà dei fatti che ci circondano.

Eppure, il precariato scolastico è un tema molto sentito e la scuola è un settore sul quale si sono decise le sorti dei governi negli ultimi decenni e che è stato sempre molto sindacalizzato e capace di movimentare e riempire le piazze. 
Siamo, dunque, difronte alla fotografia plastica di un mondo diverso, di una società totalmente scompaginata e lontanissima da quella che i sindacati si ostinano a rappresentare.
Non ci sono più le strutture che fanno massa, non ci sono più i luoghi della discussione che costruiscono percorsi. C’è uno spontaneismo finto che è invece guidato dalle logiche degli logaritmi e delle visualizzazioni.
Le piazze si riempiono ancora, in tutta Europa e in tutto il mondo. I cittadini si radunano con la convinzione di essere indipendenti, di essere liberi, di agire in nome esclusivo del loro pensiero. 
Purtroppo la realtà è diversa. Quelle piazze sono organizzate e agiscono in base ad una comunicazione violenta e organizzata che soffia e cavalca la rabbia sociale e la paura. 
La democrazia senza corpi intermedi, senza rappresentanza e senza struttura non esiste, si trasforma in un regime autoritario.
La debolezza dei sindacati, dei partiti e dei soggetti politici collettivi aumenta la solitudine degli individui e svuota i valori democratici. Ma l’erosione del ruolo dei sindacati, non è il frutto di un processo naturale, ma nasce dall’incapacità di questi di interpretare i problemi dei lavoratori di oggi e l’immagine del Plebiscito con i poliziotti schierati a difesa della prefettura che si ritrovano a doversi confrontare con una decina di persone che neanche protestano è la vera essenza di cosa sono diventati i sindacati oggi.
Davanti all’ennesima piazza vuota i sindacati dovrebbero confrontarsi con la sfida di  ridare valore al ruolo che dovrebbero svolgere e capire a come ridare voce ai lavoratori che oggi, nel nuovo sistema capitalistico digitale, sono più deboli e più soli.