Spiaggia delle Monache, comitati e bagnanti all'opera per ripulirla

Dopo le immagini choc ressa del 1 maggio

spiaggia delle monache comitati e bagnanti all opera per ripulirla
Napoli.  

Comitati per il 'Mare libero' in azione ieri pomeriggio a Napoli per la pulizia della spiaggia delle Monache presa d'assalto il primo maggio da centinaia di persone come documentato dalle immagini choc postate sui social.

Nell'iniziativa sono stati coinvolti gli stessi bagnanti che forniti di sacchetti, poco prima di lasciare l'arenile, hanno raccolto la spazzatura lasciata sul pezzo di spiaggia libera.

"NO A CHI CRIMINALIZZA I BAGNANTI"

"I fautori della tolleranza zero hanno costruito una narrazione paranoica criminalizzando il bisogno e il desiderio di mare dei tanti frequentatori della spiaggia prevalentemente adolescenti, che sono costretti ad accalcarsi in quei pochi metri quadrati di spiaggia libera esistenti visto che l'intera linea di costa è stata privatizzata o data in concessione - spiegano i membri del comitato Mare Libero - 

Sono bastati pochi volantini e una decina di sacchetti della spazzatura portati dagli attivisti per coinvolgere i ragazzi presenti e pulire in meno di 40 minuti il fazzoletto di spiaggia libera. Con questa azione Mare libero ha voluto dimostrare che ci vuole poco molto poco a rendere praticabili le spiagge libere, anzi invitiamo i benpensanti muniti di telecamere e pronti a diffondere odio e veleno via web di fare altrettanto anziché sfogare le loro frustrazioni digitando compulsivamente". 

Gli attivisti puntano il dito contro il Comune e la Capitaneria di Porto, ma anche sui concessionari delle spiaggie adiacenti. "A voler pensar male sono i primi ad essere interessati affinchè le spiagge tornino ad essere chiuse in modo che le “orde” di ragazzi non disturbino la tranquillità e la quiete di chi ha pagato per andare a mare, dimenticando che i veri abusivi, per le concessioni ormai scadute sono proprio loro - aggiungono gli esponenti del Comitato - Quanto al sovraffollamento è’ evidente che se tutta la costa è privatizzata e a pagamento chi vuole godersi un po' il mare liberamente, ragazzi ma anche adulti e famiglie che non hanno la possibilità di pagare, si riversano nelle uniche spiagge libere ormai rimaste".

La soluzione secondo gli attivisti è allargare la disponibilità di spiagge libere e garantire come previsto per legge l’accesso al mare da ogni varco possibile compreso quello dai lidi e discese privatizzate.

"Le spiagge, tanto più se sono pubbliche e sono poche non possono essere contingentate e a numero chiuso. Non vi è dubbio che tra tanti bagnanti via sia anche chi non si preoccupa di avere cura del bene comune, ma questo accade anche a Via Toledo o nel centro storico invaso quotidianamente da “orde” di turisti. Solo che qui non solo i bidoni ci sono ma soprattutto a fine giornata diverse squadre di ASIA passano sistematicamente a pulire" concludono gli attivisti