"A Napoli abbiamo una emergenza nazionale, l'area dei Campi Flegrei, dove abbiamo degli scenari di pericolosità, quindi la probabilità di apertura di bocche eruttive. L'area più critica, da tenere sotto osservazione, è l'area di Astroni-Agnano, quest'area è preoccupante: c'è il 40-50% della probabilità che ricada in questa zona l'apertura di bocche con l'emissione di flussi piroclastici". Lo ha dichiarato il presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Fabio Florindo, durante l'audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano, sull'attuazione delle norme di prevenzione e sicurezza e sugli interventi di emergenza e di ricostruzione a seguito degli eventi calamitosi verificatisi dal 2019.
Il rischio eruttivo vulcanico
"La situazione nei Campi Flegrei è preoccupante sia dal punto di vista sismico che del rischio vulcanico: purtroppo quella è un'area vulcanica attiva e al momento è in uno stato non certo di quiete. Sono da 20 anni circa che c'è questa attività di bradisismo e sollevamento. Al momento il sollevamento è di circa un centimetro e mezzo al mese. Ha avuto picchi recenti nella seconda parte del mese di febbraio è stato di 3 centimetri al mese, quindi è in sollevamento e da quello che abbiamo visto fino a che continua a sollevarsi avremo scosse sismiche. Gli eventi che ci possono essere chiaramente sono proporzionali alle strutture tettoniche o alla geologia del posto, e dagli scenari, dai modelli fatti difficilmente possiamo andare oltre un magnitudo 5.5, quello dovrebbe essere veramente il limite massimo" ha proseguito Florindo, sottolineando che "però quando ci sono eventi come quello di 4.6 dell'altro giorno si accumulano i danni agli edifici, almeno quelli più in condizioni precarie, e a furia di scosse quelli più danneggiati potrebbero venir giù. So che ci sono dei controlli nelle abitazioni ma so allo stesso tempo che tante persone si rifiutano di far controllare le proprie case perché hanno paura poi di essere sgomberati e questo è certamente un problema".
Le verifiche
"Al di là dei flussi piroclastici, la cosa che più mi preoccupa al momento sono le esplosioni che si chiamano freatiche, che non vedono il coinvolgimento di magma e sono legate essenzialmente a tutti questi gas e falde riscaldate in pressione che stanno sopra la camera magmatica. Se queste aree calde vengono in contatto con una falda a temperatura normale avvengono delle vere e proprie esplosioni che lanciano in aria tutto quello che trovano in superficie e possono uccidere perché possono essere anche le dimensioni notevoli" ha evidenziato il presidente di Ingv, ricordando che "tutti i vulcanologi più famosi che sono morti del sul campo, sono morti per esplosioni freatiche, perché queste non danno un preavviso, sono istantanee. Ad esempio mi preoccupa l'area di Pisciarelli che ha temperature altissime, stimate da drone superiori ai 140 gradi centigradi, e in quella zona, anche molto fratturata, mi risulta che in tempi storici si sono registrate piccole esplosioni freatiche". Precisando che precisando che "al momento non abbiamo traccia di un movimento di magma", Florindo ha rimarcato che a differenza delle esplosioni freatiche, quando c'è un movimento di magma, "anche lo stesso flusso piroclastico che dal basso comincia a muoversi verso l'alto, c'è un preavviso, dalle poche ore ma anche di giorni, c'è proprio un tremore sismico di lungo periodo, il segnale chiaro che c'è qualcosa che sta avvenendo".
