L’Asl Napoli 1 centro ha ufficializzato tramite una delibera a firma del direttore del 118 Giuseppe Galano, l’avvio di un nuovo modello organizzativo per l’emergenza territoriale.
Una riforma necessaria - si legge nel documento - per affrontare la grave carenza di medici che da tempo penalizza la tenuta del servizio. Il cuore del cambiamento consiste nella trasformazione delle ambulanze medicalizzate (postazioni tipo A) in postazioni tipo B, con a bordo solo infermiere e autista.
I medici saranno dirottati sulle cosiddette auto mediche, che dovranno intervenire solo in caso di reale necessità.
Così in una nota l'associazione Nessuno tocchi ippocrate:
"Il progetto è ambizioso: razionalizzare le risorse, garantire l’intervento del medico solo dove strettamente necessario, migliorare la qualità delle risposte sul territorio, ridurre i trasporti inutili verso il pronto soccorso. Tutto questo attraverso un sistema di doppio triage e l’impiego combinato di centrale operativa, équipe infermieristiche e auto mediche.
Tuttavia, a fronte di una strategia così articolata, le condizioni operative appaiono tutt’altro che adeguate. A oggi, le auto mediche a disposizione della Uoc 118 risultano essere delle fiat panda prive di lampeggianti , mezzi che in altri contesti vengono considerati poco idonei per affrontare emergenze ad alta criticità, sia in termini di visibilità stradale sia per la sicurezza degli operatori e dei cittadini.
Le panda fino ad oggi occupavano i posti dei disabili dell’ospedale del mare. Viene dunque naturale chiedersi come un modello pensato per intervenire in casi gravi, e per sostituire la presenza continuativa del medico sulle ambulanze, possa funzionare se la sua attuazione pratica parte da mezzi di piccola Cilindrata nonché poco capienti per le attrezzature che dovrebbe contenere per gli standard nazionali.
Nessun dubbio sulla necessità di innovare, né sulla validità teorica della riforma - già adottata in molte altre regioni - ma resta difficile ignorare l’incongruenza tra l’ambizione del progetto e i mezzi attualmente disponibili.
A completare il quadro, si prevede che saranno gli infermieri già in organico a guidare le auto mediche, a patto che siano in possesso di patente B e diano disponibilità entro l’11 luglio 2025. Anche qui, la buona volontà sembra dover colmare le lacune strutturali. (Corsi di guida sicura?)
In sintesi: si vuole costruire un sistema moderno ed efficiente per il soccorso territoriale, ma si parte con le Panda senza lampeggianti? La riorganizzazione è forse inevitabile, ma rischia di trasformarsi in un esercizio teorico, se non sarà supportata da investimenti concreti e da un potenziamento reale delle risorse. Perché l’efficienza, in sanità, non può poggiare solo sulle spalle del personale e sulla buona volontà. Come associazione auspichiamo che il direttore Galano compri “last minute” dei veicoli idonei".
