Una 14enne perseguitata via chat da coetanei, 3 indagati

Un gruppo di flamers usa materiale pedopornografico per annientare psicologicamente la vittima

una 14enne perseguitata via chat da coetanei 3 indagati
Napoli.  

Tre quindicenni, uno residente a Napoli, uno a Reggio Calabria e una minore residente in provincia di Pesaro-Urbino, sono stati denunciati dalla Polizia di Stato per detenzione di materiale pedopornografico. 

I tre erano riusciti ad entrare in una chat di compagni di classe dove hanno trovato la loro vittima, una ragazzina che hanno costretta prima a realizzare filmati con scene di autolesionismo, poi video a carattere sessuale. 

Una volta ottenuti i file li hanno inviati ai compagni della vittima umiliandola. 

La ragazzina, una 14enne di Cagliari, che è finita nella rete diabolica di un gruppo di flamers, ha vissuto un vero e proprio incubo che ha reso la sua vita difficile e i suoi rapporti sociali impossibili. 

Le indagini sono partite a seguito delle denunce presentate dalle madri di due compagni di scuola della vittima. I genitori, controllando i cellulari dei figli, hanno visto che avevano ricevuto su Whatsapp, diverso materiale di natura pedopornografica, cinque video e otto fotografie a sfondo sessuale e di autolesionismo. Filmati e foto erano stati inviati da un profilo associato a una numerazione fasulla ed erano accompagnati da un messaggio che indicava che si trattava di materiale autoprodotto da una loro compagna di classe di Cagliari. 

Gli agenti del Compartimento della polizia postale di Cagliari, coordinati dal dirigente Francesco Greco, hanno rintracciato la vittima, la quale stava vivendo un periodo di grave disagio psicologico e il caso è stato segnalato alle strutture competenti. 

Analizzando il telefonino della ragazzina, i poliziotti hanno scoperto che era in contatto con i tre denunciati, "i cosiddetti flamers - spiegano dalla Postale - soggetti che, all'interno dei gruppi social, inviano messaggi volutamente offensivi, denigratori e umilianti nei confronti di uno o più partecipanti alla chat di gruppo, scelti come bersaglio, con l'obiettivo di annientarli psicologicamente, facendo leva sulle loro fragilità, fino ad indurli ad atti di autolesionismo ed ad intenzioni suicide". 

Nonostante molti numeri fossero fasulli, gli specialisti della Postale sono riusciti a risalire ai tre. Sono scattate le perquisizioni, richieste dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari, ed eseguite con la collaborazione dei Compartimenti della Polizia Postale di Napoli, Reggio Calabria e Pescara che si sono concluse con il sequestro di 5 telefoni cellulari e un notebook. Da una prima analisi sono subito saltate fuori le immagini pedopornografiche e i video di autolesionismo.

Questa ennesima storia mette in luce quanto siano pericolosi i social, soprattuto per chi vive l’età più difficile che è quella dell’adolescenza. Il problema che si sta palesando è ancora più preoccupante perché sempre più vittime di pressioni psicologiche del web sono della generazione dei nativi digitali che pur utilizzando con naturalezza il mezzo social, non sono al riparo dai pericoli che vi si celano, anzi rischia di diventare facilmente vittime o carnefici dei loro stessi coetanei.