Francesco Pio ucciso a Mergellina, l'arcivescovo Battaglia: "Disarmiamo Napoli"

La lettera aperta della guida della chiesa: risvegliare la coscienza del popolo partenopeo

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Napoli.  

"Disarmiamo insieme Napoli! Deve essere un impegno di tutti! Vanno disarmate le mani di coloro che fanno della violenza e della prepotenza il proprio stile di vita! Vanno disarmate le mani di chi crede che un coltello in tasca e una pistola addosso rendano più forti, fino a sentirsi padroni della vita altrui. Vanno disarmate le mani della criminalità organizzata e di tutti coloro che trafficano, vendono, usano armi!". Così, in una lettera, l'arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia si è rivolto direttamente ai fedeli.

"Non possiamo dormire tranquilli mentre i ragazzi girano armati"

Dopo il brutale omicidio di Francesco Pio Maimone, la guida della chiesa partenopea non nasconde il proprio turbamento, comune a buona parte di Napoli. "Come possiamo, infatti, in questa città dormire sonni tranquilli mentre i suoi figli più giovani vengono assassinati sotto lo sguardo degli amici in un momento di serenità e spensieratezza, in luoghi di grande bellezza che si trasformano in pochi minuti in un teatro di gesti efferati?", si chiede Battaglia.

Il pensiero a Francesco Pio Maimone

Battaglia prosegue: "Come può un adulto riposare in questi giorni senza sentire tutto il dolore della famiglia di Francesco Pio e tutta la preoccupazione per i figli di questa città il cui ritmo, come tu giustamente hai detto, è ormai cadenzato da episodi di violenza, da aggressioni e risse, da feriti e morti innocenti!?".

"Risvegliare le coscienze sopite del popolo napoletano"

"Facciamo sì, tuttavia, che questa tragedia risvegli le coscienze assopite, smuova le miopie di chi non è capace di vedere oltre il proprio ruolo e il proprio interesse, ridesti la dignità di un intero popolo non più rassegnato al fatto che in questa città la morte sia diventata una compagna di strada delle passeggiate dei nostri ragazzi e la violenza un paesaggio costante come il mare che la bagna - scrive l'arcivescovo Battaglia -. Dobbiamo disarmarci anche noi, adulti sempre pronti a cercare di chi è la colpa senza prima interrogare la nostra coscienza, ormai così individualista, indifferente, assuefatta al male", conclude la missiva della guida della curia partenopea.