La Polizia Penitenziaria, al Centro Penitenziario di Secondigliano, ha sequestato 18 cellulari, tra cui smartphone e micro-telefonini, completi di cavetti per la ricarica e sim card. L’operazione, condotta con l’intuito investigativo dei Baschi Azzurri e coordinata dal I° Dirigente di Polizia Penitenziaria Gian Luca Colella, ha avuto luogo nel Reparto Detentivo ad Alta Sicurezza S2 "Ionio" e ha portato alla scoperta dei dispositivi, abilmente occultati in un nascondiglio all’interno di ambienti comuni.
I telefoni sequestrati erano perfettamente funzionanti, pronti per essere utilizzati in comunicazioni non autorizzate con l’esterno, dimostrando l’abilità con cui alcuni detenuti cercano di eludere i controlli. I dispositivi sono stati messi a disposizione delle autorità giudiziarie e sono stati denunciati contro ignoti.
Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) ha sottolineato che l’ingresso illecito di cellulari negli istituti penitenziari è ormai un fenomeno continuo e preoccupante. "Non è la prima volta che il Sappe chiede nuovi provvedimenti per inibire l’uso di strumentazioni tecnologiche nelle sezioni detentive", ha dichiarato Donato Capece, segretario generale del Sappe. "Le vie d’ingresso per i telefoni sono molteplici, tra cui l’uso di droni che vengono sempre più frequentemente avvistati e intercettati."
Capece ha inoltre evidenziato che la situazione è ormai critica, con numerosi sequestri e rinvenimenti di dispositivi tecnologici non autorizzati. "Denunciamo questa problematica ormai da dieci anni e, nonostante gli interventi, nessuna azione risolutiva è stata intrapresa per fermare questo flusso illecito di telefoni nelle carceri", ha concluso il segretario generale, chiedendo provvedimenti urgenti per contrastare il fenomeno.