Regione, indennità d'oro ai portaborse: 17 a giudizio per danno erariale

La Procura della Corte dei Conti cita in giudizio consiglieri e dirigenti regionali per le indennità

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Avviato un procedimento contro 17 persone, tra cui 7 consiglieri regionali in carica e 10 tra ex consiglieri e alti dirigenti del Consiglio regionale, accusati di aver concesso indennità aggiuntive di 40.000 euro annui ai propri collaboratori.

Napoli.  

La Procura della Corte dei Conti, guidata da Antonio Giuseppone, ha concluso un'indagine riguardante l'erogazione di indennità extra di 40.000 euro annui ai "portaborse" dei consiglieri regionali. Sono stati citati in giudizio 17 soggetti: 7 consiglieri attualmente in carica, 6 ex consiglieri e 4 alti dirigenti del Consiglio regionale. L'accusa principale è l'elargizione indebita di fondi pubblici per un totale di 3,6 milioni di euro tra il 2019 e il 2022.

Le difese dei consiglieri e la replica della Procura

Alcuni consiglieri hanno giustificato le indennità come "un atto di autorganizzazione dell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale". Tuttavia, i magistrati Mauro Senatore e Davide Vitale hanno definito tale spiegazione "criptica, non motivata, onestamente oscura", paragonandola all'atteggiamento del personaggio interpretato da Alberto Sordi nel film "Il Marchese del Grillo". Nella citazione, i magistrati sottolineano che l'autonomia organizzativa del Consiglio regionale non può giustificare atti contrari alla legge e alle sentenze della Corte Costituzionale.

Le origini delle indennità contestate

Le indennità aggiuntive risalgono a leggi regionali del 2002 e 2003, che prevedevano specifici emolumenti per i collaboratori dei consiglieri. Nel 2019, la Corte Costituzionale ha dichiarato tali retribuzioni illegittime, poiché la regolamentazione del trattamento economico dei dipendenti pubblici è materia di competenza statale. Nonostante ciò, le indennità sono state continuate attraverso delibere dell'ufficio di presidenza, pratica definita dai pm contabili come "un delitto perfetto".

I nomi degli asseriti e presunti responsabili

Del presunto danno erariale sono stati chiamati a rispondere il presidente del consiglio Gennaro Oliviero, i consiglieri Massimo Grimaldi, Loredana Raia, Valeria Ciarambino, Andrea Volpe, Fulvio Frezza, Alfonso Piscitelli, gli ex consiglieri Rosa D'Amelio, Antonio Marciano, Vincenzo Maraio, Flora Beneduce, Ermanno Russo, Tommaso Casillo, e i dirigenti Santa Brancati, Lucio Varriale, Mario Vasco, Maria Salerno

Le testimonianze e le accuse di danno erariale

L'indagine, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, ha rivelato una "spinta politica" nell'erogazione di queste indennità. Una dirigente che si era opposta a tali pratiche ha riferito di essere stata rimossa dal suo incarico, presumibilmente a causa della sua opposizione. Alcuni dipendenti hanno inoltre dichiarato che i "responsabili di segreteria" non svolgevano mansioni superiori a quelle di un funzionario, rendendo la loro retribuzione "sproporzionata". I magistrati contestano non l'introduzione di figure di supporto, ma l'inquadramento professionale e le modalità di determinazione del loro trattamento economico.

L'udienza e le implicazioni politiche

L'udienza è fissata per il 26 giugno, alla vigilia delle elezioni regionali, nelle quali alcuni dei consiglieri coinvolti intendono ricandidarsi. La Procura sottolinea che l'autonomia organizzativa del Consiglio regionale non può essere utilizzata come scudo per giustificare atti contrari alla legge, richiamando l'orientamento della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale in materia.