Scacco al regno delle scommesse: i soldi finanziavano il clan dei Casalesi

Nove misure cautelari nell'inchiesta di Procura e Guardia di finanza

L'inchiesta della Dda

Napoli.  

Nove misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della direzione distrettuale antimafia. Sei in carcere, due ai domiciliari e un divieto di dimora per gli indagati, tutti residenti tra Napoli e Caserta. 

Le accuse, a vario titolo, vanno dall'associazione per delinquere all'esercizio abusivo di attività di giochi e scommesse fino al trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo mafioso.

E' quanto emerge nell'inchiesta condotta dalla Guardia di finanza, che ha scoperchiato un sistema illegale capace di finanziare il clan dei Casalesi.

L'uomo del clan alla guida del sodalizio criminale

Alla guida del sodalizio criminale, secondo gli inquirenti, il 56enne Raffaele Letizia - considerato elemento di vertice della fazione Russo-Schiavone dei Casalesi. Era lui a fungere da cassiere, raccogliendo i proventi di una rete clandestina di slot machine e videopoker in tutto l'agro aversano. Gli apparecchi non erano collegati alla rete dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Non solo: gli indagati avevano messo in piedi anche un giro di scommesse clandestine su piattaforme telematiche, anche queste non autorizzate.

Letizia non è un nome nuovo per gli investigatori: già condannato in via definitiva per associazione mafiosa, per anni ha curato la riscossione dei soldi (anche quella legata alle estorsioni) per conto dei casalesi, mantenendo rapporti con imprenditori e politici collusi o vittime del clan.

Tornato a Casal di Principe, secondo gli inquirenti avrebbe riannodato i legami con la camorra per riattivare la cellula dei casalesi.